Bill Gates rivoluziona la sua fondazione, spenderà 200 miliardi entro il 2045 e critica Elon Musk sui tagli agli aiuti umanitari globali
Provate a immaginare, almeno per una volta di avere una fortuna smisurata. Una ricchezza talmente grande da poter sfamare interi Paesi. Ecco, ora immaginate di decidere di spenderla quasi tutta in vita per le cause che vi stanno più a cuore. È la mossa clamorosa annunciata da Bill Gates, il co-fondatore di Microsoft, che ha dichiarato di voler accelerare i tempi per donare la sua ricchezza, con un occhio di riguardo all’intelligenza artificiale come strumento rivoluzionario per la sanità pubblica e per salvare vite in ogni angolo del mondo.

Secondo una nuova tabella di marcia, la Fondazione Gates – una macchina filantropica colossale – sborserà oltre 200 miliardi di dollari nei prossimi vent’anni, per poi chiudere i battenti definitivamente nel 2045. Un cambio di rotta notevole, se pensiamo che inizialmente l’organizzazione avrebbe dovuto terminare le sue attività vent’anni dopo la morte di Gates. Una fretta, quella del magnate, che non è passata inosservata.
E l’annuncio, come un colpo di scena, è arrivato mentre Gates si lanciava in una critica feroce contro un altro peso massimo della tecnologia e del conto in banca: Elon Musk. Il CEO di Tesla, a quanto pare, sarebbe il responsabile di tagli draconiani all’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), un’accusa che Gates ha lanciato al New York Times con un tono quasi sprezzante: Musk “non è andato a nessuna festa quel fine settimana“. Un’ironia che nasconde una critica ben più profonda allo stile di vita e alle priorità del patron di X e Tesla.
Parlando di cifre, Gates si trova al 13° posto nella classifica dei miliardari di Forbes, con un patrimonio stimato di 112,6 miliardi di dollari. Musk, invece, svetta al primo posto con la cifra mostruosa di 383,2 miliardi. Un divario netto, ma che non impedisce a Gates di lanciare il suo guanto di sfida ideale.
La missione di Bill Gates
Il 69enne Gates, non a caso, ha pubblicato sul suo blog un grafico che illustra come il suo patrimonio netto crollerà del 99% nei prossimi due decenni, spiegando così il raddoppio del ritmo delle sue donazioni. Un atto di fede (e di sostanza) nella sua visione: “Quando morirò, la gente dirà tante cose sul mio conto, ma sono determinato a non dire ‘è morto ricco’“. Una frase che suona come un testamento spirituale.

La Fondazione Bill e Melinda Gates è nata nel 2000 (lo stesso anno in cui Bill Gates lasciò la carica di CEO di Microsoft) e ha accumulato un patrimonio di oltre 71 miliardi di dollari alla fine del 2023. Tra i suoi meriti, c’è la rivoluzione del mondo della sanità pubblica globale. Con sedi non solo negli Stati Uniti e in Europa, ma anche in Cina, India, Medio Oriente e ben cinque uffici in Africa.
Gates ha citato progressi significativi, come le campagne per l’eradicazione della poliomielite e lo sviluppo di un nuovo vaccino contro il rotavirus. Un qualcosa che ha contribuito a ridurre del 75% il numero di bambini che muoiono di diarrea ogni anno.
Oltre alla Fondazione, il fondatore di Microsoft intende continuare a finanziare iniziative per l’accesso all’energia a prezzi accessibili e la ricerca sulla malattia di Alzheimer. Gates, nel suo blog, ha anche citato Andrew Carnegie, il magnate dell’acciaio del XIX secolo la cui fondazione esiste ancora. Ma Gates ha ribadito al New York Times la sua intenzione di non creare una fondazione “perenne” per lasciare “qualche strana eredità”, preferendo invece investire massicciamente nelle tecnologie emergenti.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Ed è qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale. “Gli strumenti sono fenomenali“, ha affermato, parlando del potenziale dell’IA nella salute globale. “Tutta l’intelligenza sarà nell’IA, e quindi avremo un medico personale valido quanto qualcuno con un medico dedicato a tempo pieno – in realtà migliore persino di quello che hanno i paesi ricchi“. Una visione, la sua, che punta a democratizzare l’accesso a cure di alta qualità.

Nonostante l’impegno delle fondazioni private, Gates ha sottolineato l’importanza cruciale del ruolo dei governi, criticando i profondi tagli al bilancio di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e altri Paesi. “Non è chiaro se i paesi più ricchi del mondo continueranno a difendere le persone più povere. Ma una cosa che possiamo garantire è che, in tutto il nostro lavoro, la Fondazione Gates sosterrà gli sforzi per aiutare le persone e i paesi a uscire dalla povertà“, ha scritto.
Tra le azioni contestate c’è l’attacco all’USAID da parte del “Dipartimento per l’efficienza governativa” di Musk durante l’amministrazione Trump. Gates ha definito i tagli “sbalorditivi”, molto più drastici del previsto. E non ha usato mezzi termini, riferendosi a Musk: “L’ha messo nel cippatore“.
In un’intervista al Financial Times, Gates ha persino sbeffeggiato l’apparente confusione di Musk tra la provincia di Gaza in Mozambico e la Striscia di Gaza in Medio Oriente, mentre l’amministrazione Trump prendeva di mira i programmi di aiuto. La sua conclusione è lapidaria: “Non è una bella immagine quella dell’uomo più ricco del mondo che uccide i bambini più poveri del mondo“. Una battaglia, quella tra Gates e Musk, che si combatte non solo sul terreno della tecnologia, ma anche su quello, ben più sensibile, della responsabilità sociale e della filantropia globale.