Aumento dell’anidride carbonica, sciame sismico e strategia di allerta: la situazione nei Campi Flegrei tiene in ansia la popolazione.
Negli ultimi mesi, l’area dei Campi Flegrei è tornata al centro dell’attenzione a causa dell’intensificarsi dell’attività sismica e vulcanica. La zona, già nota per il fenomeno del bradisismo – un lento sollevamento e abbassamento del suolo dovuto all’attività del magma sotterraneo – ha registrato un aumento significativo dei terremoti, suscitando preoccupazione tra gli abitanti.
Solo nelle ultime settimane, sciami sismici hanno scosso l’area, mentre i parametri biochimici mostrano un incremento dell’anidride carbonica, segnale che il sottosuolo è in fermento. Gli esperti, però, invitano alla cautela: questi fenomeni sono tipici di una caldera vulcanica attiva e non necessariamente preludono a un’eruzione imminente.
Ma la paura è palpabile e oggi, davanti al Maschio Angioino a Napoli, la protesta dei cittadini di Bagnoli ha lanciato un messaggio chiaro: “Noi non vogliamo contare i morti”, recitava lo striscione esposto durante la seduta monotematica del Consiglio comunale sul rischio vulcanico e bradisismico.
A rispondere alle preoccupazioni è stato Fabio Ciciliano, capo dipartimento della Protezione Civile, presente alla seduta. Ai giornalisti ha spiegato che, al momento, il livello di allerta resta giallo, esattamente come negli ultimi anni.
“Adesso è prematuro parlare di un cambio di allerta. Sicuramente non siamo in arancione, siamo in giallo”, ha dichiarato Ciciliano, rassicurando sul fatto che l’aumento dell’anidride carbonica è un fenomeno normale in un’area vulcanica attiva.
Sulla possibilità di introdurre un nuovo livello di allerta intermedio tra il giallo e l’arancione, il capo della Protezione Civile ha chiarito che al momento si tratta solo di ipotesi. La Commissione Grandi Rischi, riunitasi il 6 e 7 marzo, sta analizzando i dati degli ultimi mesi per elaborare una nuova strategia. Qualsiasi decisione verrà presa solo dopo un confronto con la Regione e gli enti locali.
L’area dei Campi Flegrei è una delle più monitorate d’Italia, poiché si trova sopra una delle caldere vulcaniche più pericolose del mondo. Ogni variazione nei parametri geofisici e chimici viene analizzata con attenzione per comprendere l’evoluzione del fenomeno.
La tensione tra cittadini e istituzioni, però, è tangibile. Da un lato, la Protezione Civile e gli scienziati chiedono di evitare allarmismi, dall’altro, la popolazione si sente esposta a un rischio che non sempre viene percepito come gestito in modo efficace. Il lavoro di monitoraggio continua e nei prossimi mesi potrebbe essere adottato un nuovo sistema di allerta.
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