L’epidemia aumenta, gli ospedali si riempiono e il Governo pensa ad una soluzione clamorosa per fermare l’emergenza: chiusura totale delle scuole
Ricordate quando, cinque anni fa, le autorità sanitarie e il governo si dimostrarono inermi di fronte alla diffusione della pandemia da Covid-19 ed ordinarono la chiusura delle scuole e di tutte le attività lavorative non considerate prioritarie? A distanza di qualche anno, la situazione si è ripetuta. La diffusione dell’influenza e l’allarme scattato a causa del numero sempre più alto di contagi, ha portato le autorità a diramare un vero e proprio stato d’emergenza. Con decisioni drastiche: su tutte, la chiusura delle scuole.

Ottobre e novembre sono i mesi in cui generalmente iniziano a diffondersi le prime influenze. I ceppi colpiscono le persone e non danno tregua ai cittadini. L’instabilità climatica (basti vedere l’alternanza tra caldo e freddo che ha colpito le principali città negli ultimi giorni) ha accentuato le problematiche: al pari del diffusione sempre più costante dell’influenza.
Il Governo chiude le scuole: troppi contagi e troppi bambini in ospedale
Il governo è corso ai ripari ed ha ordinato la chiusura di oltre cento presidi scolastici. Una delle prime iniziative per provare a fermare sul nascere lo sviluppo dell’influenza e provare a mettere un freno all’emergenza. A segnalare la gravità della situazione è arrivato un report da parte dell’autorità sanitaria, che ha parlato di focolai epidemici di influenza che si sono verificati da quasi undici mesi. I primi casi sono stati registrati a fine novembre scorso: e da allora la situazione non è cambiata. Nell’ultimo periodo poi, c’è stato un grande innalzamento dei casi.

La regione più colpita è quella asiatica ed in particolar modo il Giappone: l’epidemia che si è sviluppata ha colpito migliaia di persone ed ha portato alla chiusura di oltre cento scuole. Quasi 150 (su 287 totali) i bambini che sono stati ricoverati nelle principali strutture ospedaliere per influenza: la stragrande maggioranza dei casi riguarda dei ragazzi di età pari o inferiore ai quattordici anni. I numeri sono impressionanti: al 10 ottobre sono stati segnalati 6.013 casi, che potrebbero innescare epidemie nei paesi che vanno verso l’inverno in Asia e in Europa, anche se i paesi dell’emisfero australe vanno verso il caldo che riduce la diffusione virale.
Un inizio anticipato della stagione influenzale
I focolai, secondo i dottori, potrebbero essere causati da un ceppo di influenza A, chiamato H3N2, che ha avuto un’impennata in Australia e Nuova Zelanda negli ultimi due mesi, in concomitanza con la fine dell’inverno nell’emisfero australe. Quest’anno, “l’aumento delle persone trattate per l’influenza è iniziato cinque settimane prima del solito”, ha dichiarato Vinod Balasubramaniam, virologo molecolare presso la Monash University Malaysia di Subang Jaya.

“Il Giappone ha avuto un inizio anticipato della stagione influenzale negli ultimi anni, ma mai così presto”, ha invece detto Ian Barr, vicedirettore del Centro Collaborativo per la Ricerca e il Riferimento sull’Influenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a Melbourne. “Normalmente possono verificarsi casi a ottobre ma non numeri da epidemia”, prosegue. L’aumento dei viaggi internazionali è uno dei fattori forse alla base dell’inizio anticipato della stagione dedicate alle influenze. Il Governo cerca, attraverso queste leggi, di mettere un freno ai contagi.