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Cronaca

Cecilia Sala, vizio di forma nelle accuse: una disposizione può liberare la giornalista | Come risolvere il braccio di ferro con l’Iran

Cecilia Sala trascorrerà la fine del 2024 in stato di detenzione nel carcere di Evin a Teheran: l’Italia lavora per riportarla a casa.

Questione di tempo. Cecilia Sala è ancora detenuta in Iran: la giornalista è stata prelevata dal suo albergo lo scorso 19 dicembre. Dopo alcuni giorni di silenzio, la stampa ha reso nota la sua condizione. Il motivo dell’embargo era dovuto alla possibilità di risolvere la trattativa di rilascio in tempi brevi.

Cecilia Sala ancora in carcere in Iran (ANSA-CityRumors.it)

Così non è stato: la situazione è diventata complicata non appena è stato formalizzato anche l’arresto a Malpensa di Mohammad Abedini Najafabani. Ingegnere 38enne accusato di aver violato le leggi sull’esportazione, associazione per delinquere e appartenenza a organizzazioni terroristiche. Una volta confermato lo stato di fermo, l’uomo è stato portato nel carcere di Opera, in cui attualmente sta trascorrendo la fine dell’anno.

Cecilia Sala, spunta un cavillo nelle accuse

Entrambi avrebbero voluto un epilogo diverso, soltanto che Abedini rischia l’ergastolo in Usa, mentre Cecilia Sala è stata arrestata per aver violato le Leggi della Repubblica Islamica. Accuse molto diverse e su cui le autorità stanno lavorando. I casi di detenzione sono speculari, ma differenti per formula e sviluppo.

La giornalista in stato di detenzione a Evin (ANSA-CityRumors.it)

Sala si trova in carcere con accuse poco chiare e affatto specifiche: non ci sono, a oggi, capi di imputazione formali e accuse circostanziate. La donna conosceva i rischi che stava correndo, ma aveva anche un regolare visto. Tutt’altra situazione per l’uomo dal doppio passaporto, svizzero e iraniano, negli Stati Uniti rischia l’ergastolo.

La strategia per il rilascio

L’impressione, confermata anche dallo svolgimento dei fatti, è che l’arresto di Sala sia una sorta di grimaldello dell’Iran per giungere alla liberazione di Abedini. Situazione che passerebbe anche dall’Italia: Nordio avrebbe la chiave di volta per risolvere un braccio di ferro che vede Italia, America e Iran in prima linea.

La giornalista italiana arrestata in Iran (ANSA-CityRumors.it)

L’obiettivo dell’ingegnere è ottenere l’estradizione, nel frattempo con la misura cautelare dei domiciliari. Magari da scontare in Elvezia, aspettando il responso per quanto riguarda il proprio futuro in America. Questo vorrebbe dire far passare almeno due mesi. Troppi, sia per la burocrazia, sia per la condizione di Cecilia Sala che resta in carcere ma sta bene: lo assicurano le autorità italiane e il responso dei diplomatici.

Avrebbe ricevuto anche qualche genere di conforto: sigarette, nuovi indumenti e oggetti per l’igiene. Inoltre ci sarebbe stata una breve telefonata tra la 29enne e i suoi genitori. Una volta accertata la sua salute, si torna a pensare a come riportarla in Italia. Il tempo è un nuovo asso nella manica: se Nordio – in quanto Ministro della Giustizia – potrebbe revocare la misura cautelare nei confronti di Abedini (e liberare quindi Sala) per procedere verso i domiciliari di quest’ultimo, ma evita di farlo per non favorire un rischio di fuga, l’alternativa per lo Stato Italiano è focalizzarsi sui tempi formali delle accuse.

Il precedente del rapper Toomaj

Cecilia Sala, infatti, avrebbe atteso troppi giorni prima di vedersi recapitare le accuse per cui è in stato di detenzione. Inoltre non esiste un capo di imputazione specifico e il fatto che abbia documenti di approdo regolari potrebbe sbrogliare una matassa che appare ancora intricata.

In tal senso c’è un precedente: si tratta del rapper Toomaj, condannato a morte e poi scarcerato per una decorrenza dei termini. La diplomazia italiana con i legali al lavoro punta proprio su questo aspetto per cercare di terminare un braccio di ferro trasformatosi in intrigo internazionale. Nel frattempo in Italia stanno continuando le manifestazioni a sostegno della giovane, diverse associazioni sono scese in piazza chiedendo la liberazione della donna.

Per restare aggiornato sulle principali notizie di cronaca clicca qui: Cecilia Sala, salta l’estradizione di Abedini | Ora tocca a Nordio: la chiave è l’articolo 718 del Codice Penale. Cosa dice la Legge

In prima linea Il Foglio, giornale per cui la cronista lavora, e Chora Media per cui Cecilia Sala racconta la politica estera da inviata sul campo. Il suo podcast – “Stories” – è uno tra i più ascoltati. Portato avanti, in questi giorni di dramma e tensione, da Mario Calabresi (CEO dell’azienda ed ex cronista della Repubblica e La Stampa) che ha ribadito a gran voce: “Il giornalismo non è un crimine. Cecilia Sala arrestata soltanto per aver fatto il proprio dovere”. Una certezza che sta assumendo, con il passare dei giorni, ben altri contorni.

Andrea Desideri

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