La nuova edizione del Mondiale per club diventa lo strumento con cui l’Arabia Saudita rafforza il proprio potere nel calcio internazionale.
Un nuovo “format mondiale”, per squadre, non per nazionali. Il Mondiale per Club è la competizione calcistica internazionale organizzata dalla FIFA che mette a confronto le squadre vincitrici delle principali competizioni continentali.

Nato per decretare la squadra campione del mondo a livello di club, sta assumendo oggi un nuovo peso politico ed economico, diventando terreno di conquista per le grandi potenze globali, Arabia Saudita in testa, che lo vedono come vetrina strategica per il proprio soft power sportivo.
Il Mondiale per club: ecco come i sauditi aiutano Infantino contro la Uefa
Dietro il rilancio della competizione FIFA, alleanze strategiche, fondi sauditi e piattaforme globali: ecco chi guadagna davvero dalla Coppa più ricca del calcio.
Mentre la FIFA si prepara a inaugurare una nuova era del Mondiale per Club, il torneo si rivela già un’operazione economica colossale. Il montepremi complessivo supera il miliardo di euro: 125 milioni andranno alla squadra vincitrice, una cifra che mette in ombra persino la Champions League. Il denaro arriva da più fronti, a partire dalla vendita dei biglietti e dalle operazioni nel comparto hospitality, fino al nodo più strategico: i diritti televisivi.

Un attore chiave in questo scenario è DAZN. La piattaforma trasmetterà in chiaro sull’app le partite della competizione, ampliando la platea degli spettatori e aumentando l’appeal pubblicitario. Dietro questa scelta, però, c’è molto di più di una semplice strategia editoriale. Il Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano dell’Arabia Saudita guidato dal principe ereditario Mohammed bin Salman, detiene una partecipazione del 10% nel capitale di DAZN. Un ingresso che segna un’alleanza strategica tra media e politica sportiva, destinata a ridefinire le logiche del calcio globale.
Secondo alcune indiscrezioni, l’intesa tra PIF e DAZN potrebbe sfociare nella nascita di un canale interamente dedicato alla competizione, trasformando il Mondiale per Club in un prodotto editoriale a sé stante, progettato per durare e monetizzare ben oltre il singolo evento.
L’operazione, che a prima vista sembra sportiva, si svela come una mossa di soft power e di penetrazione nei mercati occidentali da parte dell’Arabia Saudita. Da tempo protagonista nella geopolitica sportiva globale. Mentre la nazionale italiana arranca e il calcio europeo fa i conti con bilanci sempre più instabili, il nuovo Mondiale per Club mostra quale potrebbe essere il futuro dell’industria calcistica: centralizzata, ipermediatica e sempre più influenzata da capitali extraeuropei.