Lo scorso 16 dicembre sono scaduti i termini per l’ultima rata dell’IMU: che cosa succede se non la hai pagata?
L’Imposta Municipale Propria è una tassa introdotta dallo Stato italiano nel 2012. Questa ha lo scopo di tassare il possesso di immobili, come case, terreni negozi e altri fabbricati. Si applica esclusivamente sulle seconde case, eccezion fatta per alcune categorie di immobili. Il suo pagamento avviene in due rate.
La prima era in programma per lo scorso 16 giugno, la seconda invece è scaduta solo quale giorno fa, quindi il 16 dicembre. Il suo valore è variabile e calcolato su una rendita catastale che viene rivalutata del 5%, una moltiplicazione che viene calcolata anche sulla categoria catastale, a questa si applica poi l’aliquota IMU che viene stabilita dal Comune di riferimento e che varia tra lo 0,5% e l’1,06%.
Nella prima rata del 16 giugno viene pagato un acconto che equivale al 50% di quanto è dovuto, mentre la seconda – di qualche giorno fa – corrisponde al saldo e quindi al conguaglio. Per chi preferisce c’è anche la possibilità di pagare il tutto in un’unica soluzione che, in tal caso, andrebbe pagata in occasione del 16 giugno.
Ma cosa succede a chi non la paga? Cosa rischi chi è arrivato in ritardo o non si è ricordato di saldare? Ovviamente sono previste delle sanzioni tutt’altro che leggere, ma che possono essere ridotte tramite il ravvedimento operoso. Andiamo a scoprire come funziona.
Partiamo da un presupposto: non si possono evitare le sanzioni. Questo funziona tramite un rapporto di proporzione strettamente legato al ritardo nel pagamento. La somma, quindi, varia in base a uno schema prestabilito che proponiamo di seguito:
entro 14 giorni: sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo; dal 15° al 30° giorno: sanzione fissa dell’1,5% dell’importo dovuto; tra 31 e 90 giorni: sanzione pari all’1,67%; oltre 90 giorni: sanzione del 3,75%. A questi si aggiungono poi gli interessi legali, che vengono calcolati quotidianamente e che quest’anno sono aumentati rispetto allo scorso.
Una spesa, dunque, nettamente superiore rispetto a quella della sola imposta che, però, può essere alleggerita tramite il ravvedimento operoso, ovvero un mezzo che consente di ridurre le sanzioni. Per calcolarlo è necessario sommare la somma dell’IMU che non è stata pagata, le sanzioni ridotte e gli interessi di mora. Questo andrà poi pagato trami F24, sul quale andranno inseriti i corretti codici tributo nelle rispettive caselle.
Una volta fatto, e recuperato quindi al ritardo con una spera inferiore, sarà indispensabile conservare i documenti che testimoniano il pagamento, così da poter evitare problemi imprevisti durante i controlli ai quali si potrebbero essere sottoposti.
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