Le toghe di destra da Meloni: accelerazione sulla riforma della giustizia

Le toghe da Meloni. Galoppi (Magistratura Indipendente) attacca la giunta progressista dell’ANM. Intanto la riforma arriva in Senato.

Le toghe più vicine al centrodestra rialzano la voce e si ricompattano attorno alla riforma della giustizia fortemente voluta dal governo Meloni. A darne un segnale chiaro è stato Claudio Galoppi, nuovo presidente di Magistratura Indipendente, la corrente moderata della magistratura, che non ha risparmiato critiche durissime all’attuale giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), accusata di essersi trasformata in “uno strumento di contrapposizione politica nei confronti del governo”.

Meloni: ecco le toghe
Meloni: le toghe tornano a farsi avanti, la riforma della giustizia Cityrumors.it foto Ansa

Nel mirino di Galoppi non solo le dichiarazioni pubbliche dei colleghi progressisti, ma anche il clima interno all’associazione, che a suo dire ha smesso di rappresentare l’intera magistratura per farsi parte attiva del dibattito ideologico. “È giunto il momento, ha dichiarato,  di riportare l’ANM a un ruolo super partes, lontano dalle dinamiche di lotta politica.” Dura la replica delle correnti progressiste, a partire da AreaDG, che accusa MI di “appiattirsi sulle posizioni dell’esecutivo” e di contribuire alla delegittimazione del potere giudiziario. Il clima nel CSM e nell’associazione è sempre più teso, con il timore diffuso che la riforma in arrivo possa segnare un punto di non ritorno.

Le toghe da Meloni, separazione delle carriere in Senato

Mentre il fronte interno alla magistratura si spacca, la politica accelera. Il disegno di legge sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri è approdato oggi a Palazzo Madama per la prima discussione, ma lo fa senza un relatore, segnale evidente di una profonda frattura anche tra le forze parlamentari.

In occasione del question time al Senato, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito con fermezza che “la riforma della giustizia non è un attacco alla magistratura, ma un intervento necessario per tutelare l’equilibrio tra i poteri dello Stato e garantire una giustizia più efficiente e imparziale.”

il dibattito sulla giustizia
Toghe e question time al Senato per la premier

Nel frattempo, Italia Viva ha già annunciato che intende vigilare sull’iter del disegno di legge, chiedendo maggiore chiarezza sugli obiettivi e sui tempi della riforma. “Serve un approccio laico e non punitivo,” ha dichiarato Maria Elena Boschi, “non un uso ideologico della giustizia.”

L’assenza del relatore, un’anomalia tecnica che potrebbe rallentare i lavori, è solo l’ultimo sintomo delle tensioni che agitano il percorso parlamentare. Ma da Palazzo Chigi l’intenzione è chiara: la riforma si farà, con o senza il consenso unanime.

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