Il padre di Giulia appena ascoltato la requisitoria della difesa ha detto di sentirsi “umiliato da quanto detto in aula”
Una storia che è ancora negli occhi e nel cuore di tante persone. E sempre resterà per quanto successo a Giulia Cecchettin. Non sono giorni facili per la famiglia che sta assistendo e vivendo in prima persona il processo a Turetta, l’uomo che ha tolto la vita in maniera premeditata alla povera Giulia.
E quanto è successo nel giorno previsto alla difesa non gli sono piaciute per niente le parole dell’avvocato difensore su Filippo Turetta, tanto che il padre di Giulia, Gino Cecchettin ha detto che si è “sentito umiliato, è stato un ulteriore schiaffo”. Il papà di Giulia, il giorno dopo l’arringa degli avvocati di Filippo Turetta.
E’ rimasto offeso e l’ha quasi ritenuto un insulto la citazione di Pablo Escobar e si chiede perché “confrontare Filippo con un boss, che senso ha?”, ma si è sentito deriso in un certo senso anche nel definire “un ragazzino di 22 anni” un killer che ha ucciso a sangue freddo e con la voglia di farlo perché in questo modo anche “la memoria di Giulia è stata umiliata”.
La sentenza è prevista per martedì 3 dicembre e Gino Cecchettin sarà presente in aula per la sentenza: “Ergastolo? Non è un reato parlarne, bisogna basarsi sui fatti commessi, mi fido della giustizia. Il pm e la sua squadra hanno lavorato egregiamente”. Poi quando ci sarà la sentenza, parlerà ma quello che ha detto e fatto la difesa in aula l’ha lasciato esterrefatto.
La famiglia Cecchettin in questo processo non ha mai detto nulla, ma tramite i propri legali, se non altro perché è previsto dalla legge, ha chiesto un risarcimento per la perdita di Giulia. La cifra richiesta è di circa 2 milioni di euro.
E’ solo un atto dovuto che, probabilmente, la famiglia Cecchettin non avrà mai indietro quella somma, se non altro perché la famiglia Turetta non ha disposizione quella cifra e poi perché soprattutto è impossibile quantificare in denaro il vuoto che lascia la perdita di una persona cara.
In termine di legge si applica lo “iure hereditatis”, che sono i danni riconosciuti e risarcibili alla vittima da destinare agli eredi. E in termine tecnico si può tenere conto del “danno biologico terminale” e il “danno da lucida agonia“, ossia cosa è successo e quanto ha sofferta la vittima nel momento in cui stava morendo.
Argomenti che non belli da trattare e soprattutto da sentire per la famiglia. Per questo, Gino con i legale ha richiesto un risarcimento di 1.150.000 euro. Una prima metà della somma totale richiesta dalla famiglia Cecchettin.
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