Roma, sparatoria a Rocca di Papa: una vendetta

Il responsabile della sparatoria a Rocca di Papa è Guglielmo Palozzi, padre di Giuliano, assassinato nel 2020. 

Tragedia della vendetta a Rocca di Papa, alle porte della Capitale. Nel pomeriggio di ieri, Guglielmo Palozzi ha sparato e ucciso Franco Lollobrigida, l’uomo che nel 2020 era stato condannato per l’omicidio di suo figlio Giuliano, all’epoca appena ventenne. L’agguato è avvenuto in pieno centro, davanti a un bar frequentato da residenti e turisti. Alcuni testimoni parlano di almeno tre colpi esplosi a bruciapelo, senza che vi fosse un alterco apparente.

Il fermo dell'uomo
I carabinieri hanno fermato l’uomo che ha commesso l’omicidio cityrumors.it foto ansa

Lollobrigida, 48 anni, era tornato in libertà due anni fa dopo aver scontato una pena ridotta per omicidio preterintenzionale, maturata nell’ambito di una lite legata a un piccolo debito di poche decine di euro, come emerse durante il processo. Nel frattempo, la comunità di Rocca di Papa si interroga sulle conseguenze della giustizia incompiuta e sul ritorno della violenza privata in un contesto già provato da vecchie ferite mai rimarginate.

Sparatoria a Rocca di Papa: una ferita mai chiusa

Guglielmo Palozzi, 54 anni, ex muratore in pensione, è stato fermato poco dopo dai carabinieri del comando di Frascati. Non ha opposto resistenza. Secondo quanto trapela dalle prime indiscrezioni, l’uomo avrebbe confessato il gesto e dichiarato di aver agito per “fare giustizia” per la morte del figlio, avvenuta secondo lui in circostanze mai chiarite fino in fondo.

Il caso dell’omicidio di Giuliano Palozzi aveva scosso la comunità di Rocca di Papa nel 2020. Il giovane fu ritrovato privo di sensi in un vicolo, con segni di percosse. Morì dopo tre giorni di coma. Lollobrigida, già noto alle forze dell’ordine per piccoli precedenti, venne condannato a cinque anni per omicidio preterintenzionale, una sentenza che aveva fatto discutere per la lievità della pena, ritenuta da molti “inadeguata”.

Rocca di Papa e la sparatoria
Il killer aveva una vendetta in programma cityrumors.it foto ansa

Palozzi, da allora, si era chiuso in un profondo silenzio, allontanandosi dalla vita pubblica. Alcuni conoscenti raccontano di un uomo “trasformato dal dolore”, che non aveva mai accettato il ritorno in libertà di Lollobrigida.

Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire la dinamica completa dei fatti. I carabinieri hanno sequestrato l’arma, una pistola detenuta illegalmente, e visionato le telecamere di sorveglianza della zona. Il fermo di Palozzi è stato convalidato nella notte, e nelle prossime ore verrà interrogato dal magistrato di turno.

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