Un tetraplegico è riuscito a scrivere e a giocare a scacchi: merito di Elon Musk

Un 29enne, paralizzato dalla vita in giù, è stato il primo essere umano a sottoporsi ad una sperimentazione. “La mia vita è cambiata”

Un incredibile passo avanti della scienza. Una possibile ritorno alla normalità per tante persone costrette a vivere una vita di sacrifici e privazioni. Per la prima volta un uomo tetraplegico è riuscito a gestire un computer attraverso il pensiero. Ha mosso il cursore del mouse aprendo e chiudendo dei programmi, sfidato il pc in una gara di scacchi e scritto dei testi, pur non utilizzando le braccia ed affidandosi ad un chip, che gli era stato precedentemente installato nel cervello.L’uomo, un 29enne di nome Noland Arbaugh, è stato il primo a sottoporsi a questo test sperimentale. Ed i risultati sono stati stupefacenti. A portare avanti il progetto è stata la Neuralink, la società fondata dal miliardario Elon Musk. E’ stato realizzato un chip cerebrale ad alta tecnologia, chiamato “Telepathy”, che ha permesso ad Arbaugh, di poter controllare il computer di fronte a lui, con la forza del pensiero. Si è trattato del primo esperimento realizzato su un uomo che ha perso completamente l’uso delle gambe e delle mani. A gennaio scorso ha dato il suo ok a farsi trapiantare il chip, per provarne gli effetti.

Il 29enne Noland Arbaugh in compagnia di uno dei tecnici della Neurolink, gioca a scacchi solo con il pensiero – Cityrumors.it

Otto anni fa è rimasto paralizzato dalla vita in giù dopo un grave incidente subacqueo. Ora, grazie agli incoraggianti risultati ottenuti dopo il test, ha davanti a se una prospettiva sicuramente diversa rispetto a quella che i medici gli avevano prospettato. La Neuralink, ha condiviso su X (il social network acquistato da Musk e che prima si chiamava  Twitter), un video che dimostra come Arbaugh sia stato in grado di controllare il suo computer con i suoi pensieri. Nel video si vede il 29enne giocare a scacchi con il pc. Sfidare altre persone collegate via Skype, scegliere le canzoni da far partire su Spotify e fare una serie di cose attraverso il computer, che fino a poche ore prima sembravano impensabili.

L’esperimento in diretta web: ecco come funziona

Tutto è stato fatto in diretta streaming. La Neurolink ha voluto mostrare al pubblico come funziona la tecnologia di interfaccia cervello-computer. “L’operazione è andata molto bene. Mi è stato permesso di tornare a casa il giorno dopo”, ha dichiarato il 29enne. Nel video si vede il modo in cui riesce, grazie ai suoi pensieri, a muovere il mouse e a gestire i programmi ed i file sul monitor che ha davanti: “Sto facendo tutto con il mio cervello. Se riuscite a vedere il cursore che si muove sullo schermo, sono solo io”, ha detto mentre il live streaming mostrava il cursore che si muoveva e che gli permetteva di realizzare delle mosse per completare una partita a scacchi. “È molto bello, eh?” Il chip contiene 1.000 elettrodi, programmati per raccogliere dati sull’attività neurologica del cervello e sull’intenzione di movimento. Riesce quindi ad inviare tali dati a un computer Neuralink, per la decodifica e la trasformazione dei pensieri in azione.

Arbaugh ha spiegato che immagina semplicemente che il cursore si muova e in pochi istanti questo avviene. “C’è ancora molto lavoro da fare, ma il chip ha già cambiato la mia vita”, ha dichiarato entusiasta. L’impianto ha le dimensioni di una moneta e viene inserito nell’area del cervello che controlla le capacità motorie. Il chip legge l’attività cerebrale della persona e decifra il movimento che sta per fare. L‘impianto istruisce quindi il cervello a eseguire quell’azione. In questo modo, il chip può comunicare direttamente con un computer attraverso il cervello. In futuro, Musk vuole aggiungere più funzionalità al chip, consentendo ai pazienti di comporre i propri messaggi semplicemente pensando a ciò che vogliono dire, ad esempio. Neuralink mira anche ad aiutare i pazienti paralizzati a camminare di nuovo, le persone cieche a vedere di nuovo e a curare disturbi neurologici come l’Alzheimer e la demenza a lungo termine.

Il microchip trapiantato all’interno del cervello e che permette di agire tramite il pensiero – Cityrumors.it

“Prima dovevo chiedere aiuto ad un’altra persona. Oggi posso fare quello che voglio”

Arbaug è diventato il primo soggetto umano ad avere un chip nel proprio cervello, sviluppato dalla società di proprietà di Elon Musk. Gli è stato inserito a gennaio scorso da un chirurgo robot. “È pazzesco, lo è davvero. È così bello. Sono così fortunato a far parte di questo progetto”, ha detto. “Ogni giorno sembra che stiamo imparando cose nuove e non riesco a descrivere quanto sia bello essere in grado di farlo”. Prima di ricevere il chip, il 29enne avrebbe avuto bisogno dell’aiuto di un’altra persona, per muovere liberamente un cursore sul pc o fare una sessione di game online. “Ora posso letteralmente sdraiarmi a letto e giocare a mio piacimento”, ha detto. Il breve video in streaming di 9 minuti pubblicato sull’account X di Neuralink è il primo video nel quale l’azienda, fondata nel 2016, ha mostrato al pubblico, svelando parte del suo lavoro. Da sempre la Neurolink ha  tenuto nascoste le informazioni sulla sua tecnologia e sui test sull’uomo, spingendo a chiedere una maggiore trasparenza.

La Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha dato il via libera alle sperimentazioni sull’uomo del chip cerebrale, l’anno scorso, dopo che l’azienda ha effettuato centinaia di test sugli animali. Neuralink non ha rivelato quante persone saranno sottoposte a prossimi test, nè  dove si terranno le sperimentazioni. Inoltre, non ha registrato il suo studio su un sito web governativo che registra studi medici che coinvolgono soggetti di test umani. Da parte sua, Arbaugh ha detto di aver firmato per provare l’impianto perché “voleva far parte di qualcosa che sento che cambierà il mondo”. Ha anche ammesso che, essere il primo essere umano a partecipare a questo test, è stato motivo di ansie e preoccupazioni. “Non è perfetto. Direi che abbiamo riscontrato alcuni problemi“, ha ribadito ancora durante la diretta su X. “Non voglio che la gente pensi che questa sia la fine del viaggio. C’è molto lavoro da fare. Ma mi ha già cambiato la vita”.

Il microchip consente di scrivere un testo e di poter realizzare numerosi progetti, tra i quali utilizzare un computer – Cityrumors.it

I dubbi del mondo scientifico: “E se qualcuno riuscisse ad hackerare il microchip?”

La società fondata da Musk ha intenzione di proseguire la sperimentazione ed ha previsto altri sei anni di programmazione e revisione del sistema attuale. Che ha portato il nome dell’azienda a circolare in tutto il mondo, ma che ha generato anche dubbi e critiche. Numerosi esperti tecnologici hanno infatti avanzato dei dubbi sulla reale sicurezza di questo sistema. Il microchip infatti (come la stragrande maggioranza dei dispositivi elettronici) potrebbe essere hackerato. “È già pericoloso quando qualcuno hackera il tuo smartphone e può estorcerti. Ma sarebbe molto peggio se qualcuno potesse scoprire cosa stai pensando”, il pensiero di Kenneth Dée, direttore di una rivista tecnologica. Gli esperti si augurano che la Neuralink, abbia adottato tutti i più importanti sistemi di sicurezza, per evitare che qualcuno possa “entrare nella testa della persone che si sono sottoposte al test”. Il prossimo passo che l’azienda di Elon Musk deve necessariamente essere in grado di dimostrare.

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