Usa-Ue: accordo vicino sui dazi al 15%, ma resta tensione

Verso un’intesa commerciale tra USA e UE, ma le divergenze su acciaio, auto e sussidi green mantengono alta la tensione diplomatica. 

Negli ultimi giorni, si è registrata un’accelerazione nei negoziati tra Unione Europea e Stati Uniti per un nuovo accordo commerciale. Secondo quanto riportato dal Financial Times e confermato da fonti diplomatiche a Bruxelles, l’intesa prevederebbe dazi al 15% su molte merci europee esportate negli Usa, replicando quanto già accordato con il Giappone. Questo patto consentirebbe di evitare l’aumento al 30% minacciato da Trump a partire dal 1º agosto.

Trump, gli USA e i dazi
Trump ancora sulla questione dei dazi cityrumors.it foto ansa

A essere coinvolti sarebbero settori chiave come automotive (attualmente soggetto a dazi al 25%), il farmaceutico e alcuni standard tecnici americani da accettare. Resterebbero però esclusi dall’accordo settori come l’acciaio, che manterrebbe tariffe al 50%. Alcuni prodotti, tra cui alcolici, dispositivi medici e aerei,verrebbero esentati completamente.

USA-UE e  l’ombra del “no deal”: l’Europa prepara contromosse

 

Fino alla firma definitiva di Trump, che detiene l’ultima parola sull’accordo, Bruxelles tiene pronta una lista di contromisure. Dazi fino al 30% su beni americani per un valore di 93 miliardi di euro e Inclusione di colossi come Amazon, Netflix, Microsoft e Uber nel cosiddetto strumento anti-coercizione.

Usa vs Ue
C’è UNa proposta che sta raccogliendo consenso tra i Paesi membri cityrumors.it foto ansa

Questo strumento, mai utilizzato prima, darebbe all’Unione Europea la possibilità di bloccare l’accesso delle aziende Usa alle gare pubbliche, revocare protezioni sulla proprietà intellettuale e limitare investimenti diretti esteri. La proposta sta raccogliendo consenso tra i Paesi membri, incluso il sostegno della Germania, e potrebbe essere approvata già il 7 agosto.

Secondo le proiezioni del Centro Studi Confindustria, l’eventuale introduzione di dazi al 15% da parte degli Stati Uniti, unita a un possibile deprezzamento del dollaro del 10% sull’euro, rischia di infliggere un duro colpo all’economia italiana. Addirittura, si stima una perdita stimata fino a 22,4 miliardi di euro sull’export. I comparti più esposti sarebbero quelli ad alto valore aggiunto. Dai macchinari e apparecchiature (-4,3 miliardi) alla farmaceutica (-3,5 miliardi), l’alimentare (-1,8 miliardi), il settore automotive (-1,28 miliardi) e bevande (-1 miliardo). Questo evidenzia quanto una frizione commerciale con Washington potrebbe compromettere interi pilastri dell’industria tricolore.

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