Può sembrare uno scherzo, ma a diffondere questa novità è il New York Times che riporta alcuni studi ed esperimenti che si stanno portando avanti
Vivere più a lungo o addirittura diventare immortali è uno dei desideri più forti e antichi dell’uomo. Sfidare il tempo e il destino, cercando di trovare non tanto (o solo) il segreto della vita ma provando a entrarci dentro e, in qualche modo, a controllarla o, più semplicemente, evitare e ritardare il più possibile la morte.

In tanti anni anzi, millenni, ci sono stati studiosi, filosofi e scienziati che si sono messi a studiare e a dibattere su quanto sia realmente possibile allungare la vita dal punto di vista scientifico, ma nessuno ci è mai riuscito. Tanti gli studi, tante le teorie e più di va avanti nelle varie ere e secoli e più la scienza non fa che camminare e fare dei passi da gigante anche da questo punto di vista.
Fino ad ora nessuno ha mai trovato un modo per sconfiggere la morte, ma, secondo uno studio e un dossier del New York Times, in Cina c’è un’azienda che ha preso molto sul serio questa situazione e questa grandissima quanto mai impossibile sfida. E qualcosa ne sarebbe venuto fuori. Sembra uno scherzo, ma secondo il quotidiano americano non lo è perché la Lonvi Biosciences, un’azienda farmaceutica con sede a Shenzhen, ha presentato una capsula a base di estratto di semi d’uva che, a suo dire, potrebbe prolungare la vita umana fino a 150 anni.
Una pillola che allunga la vita: ora è possibile
Una novità che da qualche ora, visto il clamore che avrebbe suscitato in tutto il mondo, sarebbe possibile e alquanto plausibile, tanto che sono gli stessi scienziati dell’azienda che in maniera seria affermano che “vivere fino a 150 anni è sicuramente realistico. Tra qualche anno diventerà realtà“, ha affermato Liu Qinghua, Chief Technology Officer, secondo un rapporto di RBC .
Secondo questa azienda, che ha condotto da anni, pare almeno negli ultimi quindici, se non venti, sugli animali, tanto che a breve metterà in commercio la pillola per i cani, spiega che i topi da laboratorio a cui è stata somministrata questa formulazione e con cui sono stati fatti i test in modo scrupoloso e serio, hanno vissuto complessivamente il 9,4% in più e il 64,2% in più a partire dal primo giorno di trattamento.
C’è grande curiosità su quanto è stato affermato dagli stessi scienziati, tanto che queste semplici e piccole compresse si baserebbero su un concentrano di procianidina C1 (PCC1), in gergo tecnico, ma che in realtà è una molecola isolata dai semi d’uva.

In un incontro con alcuni membri della stampa specializzata, la Lonvi Biosciences ha tentato di spiegare che questo nuovo composto studiato in questi anni ci sono prove altamente serie e scientifiche distruggerebbe le cosiddette “cellule zombie“, vengono chiamate nel gergo tecnico, un po’ orrido ma per rendere l’idea, e in realtà sono delle vere e proprie cellule invecchiate che, col passare del tempo, non si dividono più come succede normalmente ma “continuano a scatenare l’infiammazione – risparmiando i tessuti sani.
Le parole e le spiegazioni sono piene d’enfasi: “Questa non è solo un’altra pillola. È il Santo Graal“, ha spiegato l’amministratore delegato Ip Zhu.. Gli scienziati dell’azienda che hanno portato avanti questo studio e questi esperimenti, hanno sottolineato che se ingerito e portato avanti con costanza, abbinando uno stile di vita sano e a cure mediche adeguate, queste pillole potrebbero consentire alle persone di vivere oltre i 100 anni e forse anche fino a 120.
Ora non resta che aspettare di definire e perfezionare gli studi e poi, avuti i permessi, c’è l’attesa spasmodica che potrebbe entrare in commercio per i prossimi due-tre anni, o forse anche meno. E se sarà così, bisognerà capire quanto mai potrà costare una simile medicina se tale si può definire…





