Il mercato italiano dell’energia elettrica ha introdotto, dal primo ottobre scorso, “prodotti con Market Time Unit (MTU) pari a 15 minuti”, come si legge in una nota stampa del GME, il Gestore dei Mercati Energetici. Si tratta di una novità annunciata da tempo, implementata dopo una lunga fase di test, destinata ad avere ripercussioni più o meno evidenti sia sulle dinamiche di mercato sia sulle bollette destinate agli utenti finali.

Quello che ai più potrà sembrare un mero tecnicismo potrebbe, in realtà, produrre effetti apprezzabili – è presto per dire se saranno positivi o negativi – non solo sui meccanismi di scambio dei beni energetici ma anche sui costi fatturati in bolletta ai consumatori.
In cosa consiste la nuova MTU e come funziona
Come detto, la novità introdotta ufficialmente dal primo ottobre era stata annunciata con largo anticipo, dal momento che l’entrata in vigore era inizialmente prevista per giugno. In un comunicato stampa del 14 febbraio, il GME aveva annunciato che “l’avvio operativo dei prodotti con Market Time Unit (MTU) pari a 15 minuti, sul Mercato del Giorno Prima in ambito Single Day-Ahead Coupling, avverrà nel giorno di trading 11 giugno p.v., con data di consegna 12 giugno 2025”.
In una nota successiva, datata 29 settembre, il Gestore dei Mercati Energetici ha poi comunicato il lancio effettivo dei prodotti energetici con il nuovo MTU: “a decorrere dalla data odierna, con consegna 1 ottobre 2025, sono disponibili per la negoziazione sul Mercato del Giorno Prima e nell’ambito del Single Day-Ahead Coupling, i prodotti con Market Time Unit (MTU) pari a 15 minuti”.
Ma quali sono le implicazioni, dal punto di vista pratico? Senza scendere troppo in dettagli, in sostanza dal primo ottobre 2025 l’energia elettrica viene quotata in borsa ad intervalli di tempo più brevi: non più 60 minuti ma 15. Di conseguenza, le MTU giornaliere passano da 24 a 96.
Come spiega un comunicato del SDAC (acronimo di Single Day Ahead Coupling) è servita “una campagna di testing lunga più di un anno” per implementare il passaggio alle MTU da 15 minuti. La fase di prova ha incluso “la validazione delle funzionalità locali, regionali e transfrontaliere, e la verifica della connettività tra le parti nonché la conferma che tutto il sistema fosse pronto”.
I possibili effetti sul mercato dell’energia
Le possibili ripercussioni sul mercato energetico e, di riflesso, sui costi in bolletta a carico degli utenti sono al momento, difficili da prevedere. In generale, la riduzione della durata minima della Market Time Unit permetterà agli operatori di settore di scambiare i prodotti energetici ad intervalli di tempo più brevi. Tale possibilità contribuirà certamente a rendere il mercato più flessibile e, di conseguenza, anche più efficiente. Per effetto dell’introduzione della nuova MTU, i prezzi dell’energia elettrica vengono ‘fissati’ ogni quindici minuti, anziché ogni ora. In tal modo, l’andamento giornaliero dell’indice tariffario riflette in maniera più fedele e meno rigida quello dei mercati di riferimento.
Per farsi un’idea a riguardo, è possibile consultare la sezione del portale del GME dedicata al ‘tracciamento’ del mercato del giorno prima: sull’asse orizzontale sono riportate le MTU a quindi minuti mentre su quello verticale sono indicate le soglie di prezzo raggiunte dal prodotto energetico per unità di tempo.
Nel grafico viene evidenziata, in particolare, l’evoluzione del PUN Index GME (anche rispetto ai volumi di Borsa e fuori Borsa), ovvero l’indice che determina la formazione del prezzo al dettaglio dell’energia elettrica. Viene comunemente indicato anche come ‘PUN Luce’, sebbene dal primo gennaio 2025 sia stato ufficialmente sostituito dal già citato PUN Index GME.
Di cosa si tratta? In sintesi, è il parametro di riferimento per la tariffazione dell’energia elettrica nelle offerte a prezzo indicizzato. Il valore ‘puntuale’ dell’indice PUN viene determinato da una complessa serie di fattori, e varia a seconda dell’area zonale di riferimento. A spiegarlo è un approfondimento su che cos’è il PUN luce, disponibile sul sito di Reset Energia, un operatore che si è approcciato al mercato energetico italiano proponendo un modello di fornitura diverso da quelli tradizionali. L’azienda, che fa parte di un gruppo industriale più grande con alle spalle una consolidata attività nel settore delle forniture energetiche, propone un servizio in abbonamento a canone mensile ‘bloccato’. A fronte di un importo fisso al mese (comprensivo di oneri generali e di sistema, imposte e IVA), il cliente può disporre di tanta energia quanta prevista dalla ‘fascia’ di consumo prescelta.
Come il ‘nuovo’ mercato può adattarsi allo sviluppo delle rinnovabili
L’introduzione di una nuova MTU da 15 minuti è stata avallata anche per favorire l’integrazione delle cosiddette fonti rinnovabili ‘intermittenti’ nel più ampio contesto del mercato energetico italiano. Intervalli di scambio più brevi, infatti, permetteranno di gestire due variabili complesse come domanda e offerta in maniera più efficace, tenendo conto che in futuro aumenterà la produzione di elettricità da fonti eoliche e fotovoltaiche. Queste, però, sono per natura fonti ‘intermittenti’, in quanto la loro capacità di approvvigionamento è strettamente dipendente dall’evoluzione delle condizioni atmosferiche e meteorologiche. Nel corso della stessa giornata, come si può facilmente intuire, possono alternarsi rapidamente fasi contrassegnate da picchi di produzione (che accrescono l’offerta) e cali repentini. La nuova MTU dalla durata ridotta sarà in grado di adattarsi maggiormente alle fluttuazioni delle fonti rinnovabili intermittenti, favorendo una maggiore stabilità della rete.
L’impatto sulle bollette
È presto per affermare se (e quanto) la nuova unità temporale di scambio dell’energia elettrica sul Mercato del Giorno Prima avrà delle ripercussioni sulle bollette degli utenti. Molto probabilmente, eventuali conseguenza saranno apprezzabili soprattutto da parte di coloro che hanno sottoscritto contratti di fornitura a prezzo indicizzato. Per questa particolare categoria di clienti, infatti, l’energia consumata viene fatturata in base all’andamento del PUN; pertanto, si può ipotizzare che un indice più flessibile e ‘preciso’ possa giovare a chi ha scelto una fornitura a prezzo indicizzato. In che modo? Anzitutto riflettendo in maniera più fedele le fluttuazioni al ribasso, che possono tradursi in un risparmio effettivo in bolletta. Al contempo, le formule di questo tipo restano soggette alla volatilità dei prezzi, una delle caratteristiche che contraddistingue il mercato italiano dell’energia elettrica, in quanto ne riflette la dipendenza dal gas. Quest’ultimo, infatti, rappresenta da solo la fonte primaria per la produzione di elettricità; di riflesso, la volatilità del prezzo del gas influisce più o meno direttamente su quello dell’energia elettrica, rendendo impossibile per gli utenti prevedere i costi da sostenere su base mensile.




