I dati Istat certificano una situazione di grande difficoltà per le famiglie italiane: le spese esagerate hanno portato in molti a prendere una decisione drastica
I dati Istat sull’inflazione pubblicati nei giorni scorsi, regalano una figura piuttosto precisa delle difficoltà delle famiglie italiane. Molti sono stati costretti a fare i conti con spese eccessive e salari che non riescono più a soddisfare le esigenze quotidiane. Ogni famiglia è chiamata a fare i conti con rinunce e difficoltà di ogni tipo. Ognuno risponde in modo diverso, ma c’è un particolare che sembra accumunare le famiglie del nostro Paese: molte di loro hanno deciso di rinunciare a qualcosa di specifico.
Quando ci si trova costretti a fare i conti con aumenti dei prezzi, bollette pazze, spese improvvise e difficoltà di ogni sorta, si è portati a ridurre le spese e a rinunciare a qualcosa. I prezzi di numerosi settori sono aumentati in modo vertiginoso ed hanno portato molti contribuenti a fare i conti con enormi difficoltà. Numeri alla mano, una famiglia con due figli, dovrà mettere in conto un aumento, rispetto allo scorso anno, di ben trecentoquarantatre euro annui. Un’enormità.
I dati, evidenziati da Assoutenti, sono eloquenti. L’associazione ha espresso grossa preoccupazione per il futuro e per quella che è stata definita una sorta di “stangata silenziosa” per le famiglie del nostro Paese. “In termini di spesa, ciò equivale ad un aggravio da +343 euro annui per una famiglia con due figli, mentre se si considera la generalità dei consumatori, la stangata alimentare complessiva raggiunge in Italia i 6,2 miliardi di euro su base annua”, ha confermato il presidente di AssoUtenti Gabriele Melluso. “L’appello al governo è quello di rimettere mano al potere d’acquisto delle famiglie italiane che da anni non riparte, mentre nel resto d’Europa redditi, capacità di spesa e salari crescono in maniera costante”.
I rincari più grandi arrivano, secondo il resoconto del Codacons, dalle bevande alcoliche, dagli alimentari e dalle spese per la scuola. “A settembre i listini del materiale scolastico (cartoleria e materiale da disegno) aumentano in media del +6,1% su anno. Rincari anche per i libri scolastici che segnano un rialzo medio del +2,4%. Se l’inflazione media nazionale risulta sostanzialmente stabile, per alcuni comparti di spesa i prezzi salgono a velocità sostenuta – commenta il Codacons – Settori come gli alimentari e la scuola rappresentano spese obbligate per le famiglie i cui rincari incidono in modo pesante sui bilanci e sula capacità di spesa dei cittadini”. Un allarme che coinvolge numerose famiglie italiane.
Il dato che emerge è piuttosto eloquente e preoccupante: gli italiani spendono tanto e hanno quindi deciso di rinunciare a qualcosa: le privazioni più grandi per le famiglie, arrivano direttamente dalle spese alimentari. Nonostante cibo e acqua rappresentano prodotti vitali, molti italiani preferiscono rinunciarvi e spendere per altri elementi (ad esempio per materiali elettronici o legati all’Intelligenza Artificiale). Un dato clamoroso, ma testimoniato dai forti rincari dei prezzi dei generi alimentari. “Gli italiani stanno affrontando una stangata silenziosa – spiega il presidente Gabriele Melluso – Mentre l’inflazione si mantiene stabile al +1,6%, alcuni comparti chiave per le famiglie registrano prezzi in sensibile ascesa. È il caso degli alimentari, il cui trend appare in forte crescita anche a settembre, registrando un +3,7% su anno, con punte del +4,8% per gli alimentari non lavorati.”
Quali sono i prodotti che hanno subito il rincaro più grande? La carne bovina è aumentata su anno del +7,3%, formaggi e latticini segnano un +6,6%, le uova costano il 7,1% in più. Sensibili aumenti anche per il burro con un +10,6% su base annua, agrumi +13,3%, pomodori +10,2%, cioccolato +11%, caffè +22%”. Ecco perchè gli italiani, nonostante il fabbisogno alimentare necessario, hanno deciso di rinunciare a qualche sfizio a tavola. La risposta agli aumenti sconsiderati, è stata chiara: preferiamo evitare di mangiare dei cibi che hanno dei prezzi e dei rialzi esagerati. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che “restano alti” al +3,1%, confermano una “realtà drammatica: i consumi sono fermi e l’inflazione, in particolare quella del carrello della spesa, sta bloccando il Paese e le aziende che vogliono investire in innovazione”, ha dichiarato la presidente di Adoc Anna Rea.
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