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Violenza giovanile, Cecchi Paone: “Troppa cronaca nera e poche alternative in tv, basta con la scusa del Covid”

Il sociologo, giornalista e documentarista parla della sua esperienza quotidiana: “La gente non nasce cattiva, purtroppo si forma e ci diventa”

“Il ragazzo accoltellato prima di una partita o quel papà che è stato picchiato per cercare di recuperare lo zaino è un qualcosa che va avanti da troppo tempo, violenza allo stato puro senza freni e senza che ci sia possibilità di arginarla se continuano così le cose…”. Per Alessandro Cecchi Paone, giornalista, sociologo e documentarista, nonché professore universitario, non ci sono tanti sbocchi per provare a frenare il clima di odio che c’è tra i giovanissimi.

Violenza giovanile, Cecchi Paone: “Troppa cronaca nera e poche alternative in tv, basta con la scusa del Covid” (Ansa Foto) Cityrumors.it

Il povero ragazzo morto per una questione legata ad alcuni sfottò prima di Atalanta-Monza, accoltellato da un tifoso di un’altra squadra, in questo caso dell’Inter che giocava a chilometri di distanza. Una lite nata da una banalità, ma purtroppo non è la prima volta e per Cecchi Paone, che ha rapporti quotidiani con i giovani a cui insegna la comunicazione, tecnica e teorica, ma è anche uno che si informa, che studia anche e soprattutto questi fenomeni: “Il calcio c’entra poco o nulla, la violenza orami fa parte della vita di tutti i giorni e quello che colpisce, è in mezzo ci sono tantissimi giovanissimi, molto più rispetto a tanti anni fa, più va avanti e più peggiora“.

Il giornalista professore e volto noto della televisione pubblica e privata, cerca di spiegare almeno quello che si potrebbe tentare di fare: “A volte quando ci sono convegni o dibattiti in televisione a cui mi capita di partecipare e si affronta il tema della violenza giovanile, ci sono colleghi o anche psicologi che rimandano tutto al Covid e alla Pandemia, che quel tipo di situazione abbia scatenato l’odio e la voglia di essere arrabbiati sempre e comunque, io invece non sono d’accordo e dico basta, non va più bene nel dire una cosa del genere perché non c’entra nulla, basta per me ricondurre tutto a quello che è successo dopo il Covid è  una sciocchezza“.

“Troppa violenza in tv troppo poche le alternative e siamo immersi in un brodo violento”

Le cause secondo il giornalista e professore possono essere diverse e lui approfondisce per quelle che sono le tematiche che lo riguardano: “Credo che in televisione, che resta il mezzo con cui le persone si formano maggiormente e che seguono ancora adesso, ci sia troppa violenza, troppi contenuti crime che parlano di omicidi, stupri e tante altre situazioni dove si racconta e si narra l’odio e non c’è niente di alternativo in cui le persone possono riconoscersi e avere delle idee diverse”.

“Alla gente piace vedere contenuti diversi che parlano di scienza, cultura e arte, cose che c’erano tanti anni fa e che in qualche modo bilanciavano, ora c’è poca roba. Basta vedere quante persone seguono le trasmissioni e i contenuti di Angela, ma è troppo poco, parlo di servizio pubblico“, le parole e il pensiero di Alessandro Cecchi Paone su quello che sta accadendo nel mondo giovanile: “Ci sono anche gli adulti che fanno cose brutte, ma stanno crescendo tanti episodi di ragazzi, anche adolescenti e non va bene. La gente non nasce mai cattiva, purtroppo ci diventa”

“Troppa violenza in tv troppo poche le alternative e siamo immersi in un brodo violento” (Ansa Foto) Cityrumors.it

Alessandro Cecchi Paone sull’argomento è categorico e non molla la presa su quello che si dovrebbe fare per attenuare quanto meno un fenomeno che sta dilagando in tantissimi modi: “Chi dà la colpa al Covid non c’è alcuna correlazione scientifica che dimostri una cosa del genere, ma è allo stesso tempo preoccupante che ci sia tutto questa violenza tra i ragazzi”

 

 

Daniele Magliocchetti

Lo so, è un sogno un po' bizzarro, ma da piccolo sognavo di fare l'inviato di guerra, mi perdevo nei racconti di Ettore Mo, meraviglioso inviato del CorSera, su questa scia sono diventato un giornalista, meglio dire cronista (esistono solo le notizie), scrivendo e raccontando sport (principalmente), ma anche cronaca e politica per Ultime Notizie, Ansa, Repubblica e Messaggero, cartaceo e on line, contestualmente facevo (e faccio) anche radio passando per Radio Incontro, Radio Globo, Radio Sei, Radio Incontro Olympia ora solo Radio Olympia. Da sempre curioso del mondo e di chi ne fa parte.

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