Rivoluzione autovelox, parte il censimento nazionale: c’è lo stop alle multe

Entra ufficialmente in vigore il censimento nazionale di tutti i dispositivi di rilevamento della velocità installati in Italia, un passaggio importante per la trasparenza nelle multe agli automobilisti

Dopo anni di attesa, di discussioni e di ricorsi vari da parte degli automobilisti multati, è online, e quindi finalmente operativa, la piattaforma telematica, predisposta dal Ministero delle Infrastrutture e trasporti, per il censimento di tutti i dispositivi elettronici presenti sul territorio nazionale per il rilevamento della velocità. Tutte le amministrazioni comunali e egli enti regionali hanno tempo due mesi per inserire i dati di ogni apparato e renderlo legittimo a elevare una multa.

Un dispositivo elettronico
Rivoluzione autovelox, parte il censimento nazionale: c’è lo stop alle multe – Cityrumors.it

Dal 12 giugno 2025 sono cambiate le regole per l’installazione e l’utilizzo degli autovelox in Italia. E’ entrato infatti in vigore il decreto ministeriale 11/04/2024, inserito nel Nuovo Codice della Strada, voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, con l’obiettivo di limitare l’uso improprio dei dispositivi per fare cassa e aumentare la trasparenza nei confronti degli automobilisti. Molti tribunali, negli ultimi anni, hanno annullato verbali emessi con strumenti che erano solo approvati, ma non omologati, sottolineando che l’approvazione ministeriale non equivale all’omologazione tecnica.

Un freno alla giungla di apparati elettronici

Rispettare il limite di velocità sulle strade significa meno probabilità di innescare un incidente e di conseguenza una maggiore sicurezza per tutti gli automobilisti. L’utilizzo degli autovelox doveva rappresentare soprattutto un deterrente, una specie di ultimo avvertimento per chi non vuole saperne di usare “il piede pesante” una volta al volante della propria autovettura. Ma negli ultimi anni troppi sono stati i casi di Comuni, amministrazioni o enti regionali che hanno “piazzato” strumenti elettronici per il rilevamento della velocità in maniera indiscriminata non per punire chi giustamente va oltre i limiti, ma più per fare cassa e portare denaro facile nelle casse sempre più asfittiche e salvare così i bilanci di fine anno.

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Un freno alla giungla di apparati elettronici – Cityrumors.it

Ecco perchè sono aumentati in maniera esponenziale i ricorsi degli stessi automobilisti contro l’autovelox selvaggio, ricorsi che nella maggior parte dei casi portavano all’annullamento delle sanzioni comminate. Una sentenza della Cassazione del 2024 ha poi confermato la necessità di avere un censimento di tutti gli strumenti di rilevazione elettronica della velocità che devono essere così conformi e omologati tutti nello stesso modo da regione a regione.

Arriva il censimento

E oggi è finalmente partito il primo censimento nazionale degli autovelox, una richiesta contenuta in un emendamento del Decreto Infrastrutture 2025 pubblicato a metà agosto, che prevede che tutti i dispositivi destinati a rilevare le violazioni dei limiti di velocità debbano essere registrati su una piattaforma telematica nazionale gestita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Polizie locali, Polizia Stradale, Carabinieri, Comuni e Province hanno quindi sessanta giorni per registrare ogni apparecchiatura sul Portale dell’Automobilista, gestito appunto dal Mit. L’assoluta trasparenza come novità importante per l’automobilista, la piattaforma infatti consentirà in tempo reale di consultare mappe e registri dei dispositivi censiti.

Arriva il censimento – Cityrumors.it

Se il nome dell’autovelox non compare l’eventuale multa ricevuta potrà essere impugnata per nullità. Secondo gli esperti, ci si aspetta adesso un’ondata di ricorsi, prima si importerà il tema della mancata registrazione, poi quello della conformità tecnica. La Corte di Cassazione ha ribadito più volte che omologazione e approvazione sono passaggi distinti e imprescindibili. L’assenza della prima ha portato in passato all’annullamento di verbali e alle decurtazioni di punti, creando un vuoto giuridico che mina la certezza del diritto. Ma allo stesso tempo, adesso molti Comuni rischiano di vedere ridursi in modo significativo gli introiti derivanti dalle multe. L’equilibrio fra tutela dei cittadini, esigenze di bilancio e sicurezza sulle strade diventa quindi il vero crocevia della sfida.

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