Dopo il via libera definitivo dato dalla Cassazione, è arrivato anche in Italia il cosiddetto divorzio breve, dove le procedure di separazione sono assolutamente più rapide e snelle
Si chiama divorzio “istantaneo ed economico”. E’ così che una coppia di veronesi ha scelto di abbandonare lo status di “coniugati” per diventare di fatto “ex”. La loro è stata la fine di un amore indolore, senza liti né dispetti, ma anche senza lungaggini e attese snervanti.
Si tratta di uno dei provvedimenti introdotti dalla riforma Cartabia che prevede che non sarà più necessario aspettare almeno sei mesi per presentare la richiesta di divorzio, permettendo ai Tribunali di sottoscrivere in un’unica sede un solo atto da depositare, trattando le richieste delle singole parti in un solo contesto.
La novità, in realtà, è già in vigore da febbraio 2023, ma se la maggior parte dei tribunali la applicava, sono ancora numerosi i giudici avversi a farlo. Così, ci ha pensato la Suprema Corte ad affermare il principio per cui “in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio”. La prima sentenza in merito arriva dalla prima sezione civile del Tribunale di Verona che ha così reso realtà uno dei punti-cardine del nuovo diritto di famiglia. Una procedura lampo che permette ai due coniugi di risparmiare tempo, ma anche soldi per avvocati e contributi pubblici. Una procedura “lampo” che permette anche un notevole risparmio economico, non si dovrà pagare due volte l’avvocato né il cosiddetto “contributo unificato”, l’imposta che è dovuta tutte le volte che si comincia una causa.
Una nuova risoluzione importante su un tema da sempre molto delicato, come una causa di divorzio. Infatti, oltre al lato economico dello snellimento della procedura, il nuovo procedimento è destinato a semplificare la vita di chi si lascia e a proteggere i figli dal rischio di un doppio conflitto a distanza di poco tempo. Inoltre, si riduce la burocrazia, offrendo una soluzione più pratica e immediata alle coppie, meno documentazione, trafile e udienze in tribunale. Insomma, risparmio di tempo, energie e denaro per le persone già abbastanza in difficoltà. Resta immutato il fatto che, anche se non sono più necessarie due cause distinte, bisognerà sempre attendere i termini legali tra la pronuncia di separazione e quella di divorzio. Sei mesi in caso di separazione consensuale, mentre in caso di divorzio giudiziale il tempo si estende a 12 mesi tra le due procedure.
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