Stefano Patuanelli, esponente pentastellato, in un’intervista a ‘Il Foglio’ ritorna a parlare di campo largo e lancia un chiaro messaggio alla sinistra.
Le elezioni amministrative e regionali sono ormai alle porte e il M5s ribadisce la necessità di scendere in campo tutti uniti per poter battere la destra. “Non è tanto una questione di nomi – spiega Patuanelli in un’intervista a Il Foglio – ma di metodo. Dove facciamo una sintesi programmatica sugli argomenti, condividendo una piattaforma comune, diventiamo davvero competitivi con la destra. E i casi di Foggia, della Sardegna e dell’Abruzzo sono sicuramente un esempio molto importante“.
La partita nel centrosinistra è aperta in Basilicata, ma su questo Patuanelli non ha dubbi: “Il modello sardo è sicuramente quello più giusto visto che è la situazione più definita. Todde è in campo da mesi, sta girando territori. E partire con largo anticipo credo sia stato un vantaggio nei confronti di un centrodestra che è sembrato molto litigioso“.
L’accordo tra M5s e Pd, però, non c’è su Chiorazzo. “Per noi è un candidato con delle criticità – spiega Patuanelli in questa intervista – ripeto, il nome non deve essere obbligatoriamente espressione di una forza politica, quanto la riproposizione di un modello. Ovvero la capacità di fare un passo indietro e convergere su una figura che possa fare sintesi sull’agenda, sulle cose da fare“.
L’esponente pentastellato chiude la possibilità di vedere Conte in corsa alle prossime Europee: “Da noi è vietato per statuto. Ed è chiaro che ci si candida non avendo nessuna intenzione di poter andare a Bruxelles allora si prendono in giro solamente gli elettori. Ecco, noi siamo diversi“.
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