Sabino Cassese, costituzionalista, in un’intervista a ‘La Repubblica’ si sofferma sull’autonomia differenziata e lancia un chiaro messaggio al Sud.
Il 2024 si candida ad essere l’anno dell’autonomia differenziata. La riforma continua a fare molto discutere, ma Sabino Cassese non ha dubbi e, in un’intervista ai microfoni de La Repubblica, lancia un chiaro messaggio al Sud.
“Nulla impedisce al Meridione, una volta aperte le porte delle intese, a chiedere più autonomia – spiega il costituzionalista – con questo provvedimento chi ha più gambe corre, poi vince chi ha quelle migliori. Faccio un esempio: prendiamo il Lazio durante la pandemia. La sua sanità è stata migliore di quella della Lombardia. Quando ho effettuato la seconda vaccinazione, mi sono detto: E’ meglio di Svizzera e Svezia messa insieme“.
Cassese critica anche la posizione della sinistra: “I Lep li hanno voluti loro in Costituzione. E la decisione di eliminare la parola Mezzogiorno dall’articolo 119 è avvenuta per referendum in anni in cui al governo c’erano Prodi, D’Alema e Amato. Possiamo dire che Calderoli ha unito due riforme volute fortemente dal centrosinistra“.
“E poi non dimentichiamo che ben 14 regioni, tra cui anche l’Emilia Romagna, hanno chiesto la differenziazione“, aggiunge in questa intervista l’ex costituzionalista.
In molti nelle ultime settimane parlano di una disunità d’Italia con questa riforma, ma Cassese frena: “Esiste già e non dipende dal provvedimento. Da Roma e Milano in treno ci vuole circa a metà del tempo che ci mettiamo da Roma a Cosenza, che sono più vicine. Il Sud ha un terzo della popolazione, ma occupa i due terzi del pubblico impiego. Si chiama fame di posti“.
“Se al Sud la sanità collasserà? Quella è regionalizzata da tempo eppure molte persone vanno dal Sud a Nord per farsi curare – spiega ancora l’ex costituzionalista – forse perché si assumono più portantini che chirurghi?“.
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