Marcello Pera, senatore di Fratelli d’Italia, in un’intervista a ‘Il Sole 24 Ore’ si sofferma sul premierato e ammette: “C’è un grande rischio”.
Il premierato continua a far discutere in politica. Se le opposizioni sono andate sin da subito all’attacco, la maggioranza ha difeso con forza questo provvedimento anche se non tutti sono pienamente d’accordo. Il senatore di Fratelli d’Italia, Marcello Pera, analizza in un’intervista a Il Sole 24 Ore la riforma e conferma che al momento ci sono diversi problemi.
“L’obiettivo è sicuramente quello di rafforzare la stabilità del governo e rendere il nostro sistema politico simile a quello inglese – sottolinea l’ex presidente del Senato – ma io vedo più di un problema. Il primo è che il premierato britannico presuppone due partiti, qui si devono costruire per legge due coalizione. Poi lì il Re e la Regina non conferiscono sulla costruzione di una maggioranza, da noi il rischio è quello di un contrasto con il presidente della Repubblica“.
Per Pera, quindi, questo premierato apre la strada ad un contrasto con il Colle: “C’è questo rischio almeno sulla carta. Con questa riforma il presidente della Repubblica ha sempre il potere di sciogliere le Camere e di nominare i ministri mentre il premier può essere licenziato poco dopo dal Parlamento, che nomina un altro dello stesso schieramento, indicato o scelto dal Capo dello Stato. Ora la domanda è: chi è il più forte? Chi decide se si deve continuare o tornare al voto?“.
“L’altro problema riguarda la questione della caduta del premier voluta dal Parlamento – spiega l’ex presidente del Senato – noi vogliamo rafforzare la stabilità, ma poi diamo la possibilità a Camera e Senato di poter ribaltare la situazione in davvero poco tempo. Possiamo dire che non è un passo avanti“.
Pera sottolinea che “per superare il bicameralismo perfetto si deve votare la fiducia solo al vincitore delle elezioni prima che scelga i ministri. Anzi, vi dico di più: da quando votiamo simboli con su scritto il nome del presidente del Consiglio, il premierato lo abbiamo. Ora si tratta di dargli poteri per funzionare e questo non avviene se ci concentriamo solo sull’elezione diretta“.
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