Il presidente del Senato diventa allenatore della nazionale politici che affronta quella dei cantanti e le sue scelte fanno già discutere
Il pallone mette sempre tutti d’accordo. Perfino in politica. Provare per credere e la dimostrazione arriva dal Presidente del Senato Ignazio La Russa che, per un giorno, diventa allenatore della nazionale dei politici e le sue scelte fanno già discutere.
Tanti italiano sognano di poter diventare allenatori e poter scegliere il portiere, i difensori, centrocampisti e attaccanti, figuriamoci se a farlo è un politico, e non uno qualsiasi, bensì la seconda carica più alta dello Stato che tra un po’ di serietà e ironia, si mette i galloni da Ct e comincia a fare le scelte che tanto avrebbe voluto fare. Non in nazionale, s’intende, ma nella squadra dei politici. E le sue decisioni sono quanto mai bizzarre e inaspettate.
Già perché lui stesso, che non ha mai nascosto di amare l’Inter, sogna di poter essere un mix tra Inzaghi e Mourinho, ma candidamente ammette d’ispirarsi a Oronzo Canà, tanto che, scherzando ammette: “Il modulo? Ma ovvio, è il 5-5-5 e naturalmente la Bi zona, prorpio come l’allenatore nel pallone“. Pensare che a dirlo è proprio il presidente del Senato mentre si trova sul Gran Sasso e non vede l’ora di scendere in campo per testare la sua squadra e le sue abilità.
Insieme a lui Pier Ferdinando Casini, altro storico conduttore e giocatore della nazionale politici che affronterà quella più collaudata dei cantanti per una sfida da effettuare con il cuore e per il Bambino Gesù. Lui ci scherza sopra su lui stesso e su Casini: “Siamo gli unici due “sopravvissuti” alla famosa partita del cuore del 96, quella dell’abbraccio tra Fini e D’Alema. Noi due e Gasparri“, dice col sorriso di chi sa che sono passati quasi trent’anni da quel giorno.
I sogni son desideri, si diceva e si raccontava nelle favole. E chissà se a Ignazio La Russa in versione Oronzo Canà non riesca di trasformarli in realtà, come se avesse una sorta di bacchetta magica. Nella politica è quasi impossibile, ma nel calcio, spesso, quello che sembra impossibile può diventare possibile. “Nel ’96 Fini e D’Alema si abbracciarono, spero che succeda anche tra Conte e Renzi, perché no? Non sarebbe male…“, dice speranzoso Ignazio La Russa.
Sulla formazione poche cosa da dire e soprattutto da obiettare. Ha le sue scelte e le decisioni da prendere, anche se garantisce che lo farà insieme a Casini. “Se ho deciso la formazione, quella vera? Non ancora. Io non ci sto a fare l’allenatore per finta, magari vado bene e potrei andare a fare il ct della nazionale..”, scherza il presidente del Senato.
Convocazioni ancora non fatte, ma scelte a di poco discutibili, soprattutto in ambito politico, non tanto pallonaro. E la formazione che ha in mente La Russa fa già discutere, come succede a qualsiasi allenatore. “Renzi lo mettiamo a centrocampo a distribuire il gioco, un po’ a destra un po’ a sinistra. Conte? Entra dopo, dalla panchina, anche perché lui prima di scendere in campo ci pensa bene, ma quanto entra sa qual è il momento giusto…ma poi“.
Ed è qui che il presidente del Senato stupisce: “Beh, non sarebbe male che i due si abbraccino come fecero D’Alema e Fini nel ’96, ma questo si vedrà. Schlein? Naturalmente in attacco, e con lei ad affiancarla come seconda punta un’altra ragazza, Grazia Di Maggio, la più giovane deputata di Fratelli d’Italia. In porta ci metterei Giorgetti, lo vede a parare gli attacchi al bilancio…”.
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