Il ciclismo piange ancora una giovane vittima. Samuele non è riuscito a sopravvivere dopo la violenta caduta nella prima tappa della Valle d’Aosta-Mont Blanc
Samuele Privitera sognava di fare l’esordio fra i professionisti. Un mondo che era riuscito solamente ad assaporare durante la Settimana Internazionale Coppi e Bartali. Poi il ritorno fra i giovani per il 19enne ligure con il Giro d’Italia Next Gen fra le corse più importanti a cui ha preso parte. Il ciclismo è sempre stato nella sua vita. Non si è mai perso una gara e, come ricordato da La Gazzetta dello Sport, è cresciuto nel mito dei corridori spagnoli.

Ciclisti che in salita e in discesa sono stati sempre protagonisti. E proprio la seconda per lui è stata fatale. Una caduta, come tante altre, ma questa volta c’è stato un impatto violento contro un cancello o una ringhiera di ferro. Le condizioni sono sembrate da subito gravi e nella tarda serata di ieri la notizia della morta. La tappa odierna è stata annullata e i messaggi di cordoglio per Samuele sono stati diversi.
Samuele Privitera morto, la ricostruzione dell’incidente
Essendo una corsa giovanile non si hanno delle immagini chiare di quanto successo al Valle d’Aosta-Mont Blanc, una delle brevi corse a tappe più importanti per gli Under 23. Era la prima frazione e si arrivava proprio nel capoluogo. A 35 chilometri dal traguardo, però, la tragedia che ha sconvolto i presenti e non solo.
Secondo le informazioni che si hanno a disposizione, Samuele Privitera era impegnato in discesa con una velocità intorno ai 70 chilometri. Un dosso potrebbe essere stato fatale per il 2005. Il ciclista, infatti, avrebbe perso il controllo della sua bicicletta finendo a terra. Durante la caduta si sarebbe slacciato il casco e l’impatto con un cancello o lo spigolo di una ringhiera di una casa è stato fatale. I soccorsi sono stati immediati, ma le condizioni sono sembrate sin da subito molto gravi e nella notte il decesso.

Una morte che ha alimentato ancora una volta le polemiche sulla sicurezza del ciclismo. Non è la prima volta che una tragedia simile accade in corse magari non principali. Gli organizzatori hanno assicurato di aver fatto tutto per consentire ai ciclisti di non mettere a repentaglio la loro vita. Ma qualcosa non è andato come sperato. E servirà effettuare un ragionamento per evitare altre tragedie simili.