Sono tanti gli atleti che usano la pratica della coppettazione che arriva dalla medicina tradizionale cinese ed è visibile sulla pelle con dei “cerchi”: ecco che cosa dice la scienza.
Tutti coloro che hanno seguito le Olimpiadi di Parigi avranno sicuramente notato come alcuni atleti, anche molto famosi, aveano sulla schiena degli strani cerchi rossastri. Una cosa visibile soprattutto tra i nuotatori. Quelli sono i segni della pratica antichissima della coppettazione, che in inglese si chiama cupping, e che negli ultimi anni ha guadagnato molta popolarità.
In sostanza, la coppettazione vede l’applicazione di uno strumento apposito, le coppette di vetro, sulla pelle dell’atleta in modo da creare una zona di bassa pressione con l’obiettivo di attirare il sangue verso la superficie. I sostenitori di questa pratica spiegano che il maggiore afflusso di sangue creerebbe le migliori condizioni per alleviare i dolori muscoli e, di conseguenza, migliorare le prestazioni sportive. In tal senso si è espressa anche la scienza, facendo chierezza dal suo punto di vista.
Sebbene sia usata da tantissimi atlete e atleti a livello internazionale, come si è visto negli ultimi giochi olimpici di Parigi 2024, la coppettezzione non ha una solida base scientifica che sostiene la sua efficacia. In tal senso, infatti, non ci sono studi clinici che dimostrino i benefici della pratica della medicina tradizionale cinese.
Gli atleti la usano spesso perché sono costantemente alla ricerca di un metodo qualsiasi per migliorare le loro prestazioni e ridurre al minimo il rischio di infortuni. Proprio per questo motivo spesso viene vista come una sorta di “trattamento magico” capace di far raggiungere risultati migliori e recuperare più velocemente dalla fatica. In alcuni casi si potrebbe anche pensare che si tratti di un “effetto placebo”.
In buona sostanza, è più un fenomeno culturale che altro all’interno del mondo dello sporto, legato anche fattori psicologici, come viene sottolineato anche dal magazine Focus. Secondo quanto espresso da Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Pisa, questa pratica spesso viene scelta autonomamente dagli atleti senza l’appoggio dei medici.
Dunque, possiamo concludere nell’affermare che la coppettazione non ha alcun riscontro scientifico, così come non ha un chiaro appoggio da parte della medicina occidentale, ma si tratta solo di una pratica portata avanti dagli sportivi con la speranza che possano riscontrare dei miglioramenti dal punto di vista della competizione.
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