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Tecnologia

Usi l’intelligenza artificiale in questo modo? Rischi il penale

L’Intelligenza artificiale porta notevoli vantaggi a chi la utilizza in modo responsabile. Ma un uso sconsiderato potrebbe risultare dannoso. E portare a spiacevoli provvedimenti. Ecco l’errore da non commettere…

L’Intelligenza artificiale è in grado di migliorare la nostra vita: sociale e lavorativa. Si tratta a tutti gli effetti di una tecnologia rivoluzionaria, capace di  migliorare numerosi aspetti del nostro lavoro. Aziende del mondo sanitario l’hanno sfruttata per diminuire i tempi delle diagnosi e degli interventi, così come numerosi comparti scientifici, la utilizzano da tempo per sfruttarne appieno la capacità.

Chi utilizza l’intelligenza artificiale in questo modo, rischia davvero grosso. Anche penalmente – Cityrumors.it

L’AI rappresenta a tutti gli effetti una straordinaria opportunità che, se colta al volo e utilizzata con attenzione e senza secondi fini, può portare a miglioramenti evidenti della nostra vita. Ma come tutte le innovazioni, può nascondere delle problematiche: che vanno valutate con attenzione. Il rischio di incorrere in problemi, è infatti molto alto. E si può rischiare… anche penalmente.

Quando l’Intelligenza Artificiale può diventare un incubo…

Le aziende che negli ultimi anni si sono avvalse dell’Intelligenza Artificiale sono numerose e hanno confermato quanto sia vantaggiosa. Basti pensare ai nuovi sistemi con i quali alcuni veicoli sono in grado di agire in autonomia, o quanto siano migliorati i sistemi di sicurezza delle tante aziende che si sono avvalse dei più moderni sistemi di AI. Questo strumento ha molteplici funzionalità, ma devono essere tutte utilizzate con esperienza e senza intenti malevoli. Affidarsi alla tecnologia, sostituendola al lavoro degli esseri umani, potrebbe infatti trasformarsi in un vero e proprio incubo.

Il mondo dell’editoria sta sfruttando appieno i vantaggi che le nuove tecnologie sono in grado di regalare: attraverso ChatGPT, ma anche con Gemini, Bing,  ChatSonic, Replica, si possono elaborare testi, modificare articoli, correggerli, cambiare il testo di un manoscritto, pur mantenendone il pensiero ed il significato originale: tutti strumenti in grado di utilizzare al meglio l’AI nel lavoro quotidiano. Ma non tutti hanno capito alla perfezione il limite oltre il quale si rischia di incorrere in problemi gravi. Si può infatti sfociare anche nel penale. Come sottolineato più volte, l’AI è utilizzata con regolarità nel mondo dell’editoria. Usarla per scrivere, non rappresenta infatti né un tabù, né un problema significativo. Anche Google, motore di ricerca per antonomasia, ha aggiornato i suoi algoritmi per non penalizzare le aziende o i writers che producono articoli o manoscritti in modo responsabile attraverso la tecnologia.

Gli errori da non commettere quando si utilizza l’intelligenza artificiale – Cityrumors.it

Utilizzi in questo modo l’Intelligenza Artificiale? Rischi penalmente…

Ma bisogna prestare la massima attenzione: l’utilizzo delle nuove piattaforme tecnologiche infatti è regolamentata in modo rigido: soprattutto nel rapporto diretto tra committente e colui che realizza il lavoro finale. Le conseguenze, in questo senso, possono essere molto rischiose. Per poter scrivere un documento con l’Intelligenza Artificiale infatti, è necessaria un’autorizzazione del committente. Il testo prodotto dall’AI infatti viene revisionato, processato, controllato e autorizzato da persone terze. Che spesso verificano la presenza di numerosi errori (ancore troppo frequenti). Ma è quindi necessaria una scrittura privata che regoli modalità di utilizzo ed eventuali limitazioni. Chi improvvisa…rischia grosso.

E’ estremamente vietato utilizzare l’Intelligenza artificiale per sostituire il lavoro effettuato: soprattutto se non c’è nessun tipo di accordo con il proprio editore. La Legge sta infatti trovando delle strade molto severe per punire chi utilizza la tecnologia allo scopo di anticipare la chiusura di un lavoro e consegnarlo arricchito di dati (che non sono frutto della sua abilità). Il rischio di essere scoperti, sono infatti molto alti: esistono infatti numerosi tool che identificano la produzione di Intelligenza Artificiale all’interno di un articolo consegnato da un giornalista. Un modus operandi che equivale ad una vera e propria truffa. L’azienda che scopre un comportamento simile ha la facoltà di rivalersi sul colpevole, che potrebbe essere anche sanzionato penalmente. Utilizzare l’AI come una sorta di “scorciatoia” può infatti sfociare in una vera e propria truffa.

L’errore da non commettere quando si utilizza l’Intelligenza Artificiale. Se si viene scoperti, si rischia grosso…

L’editore, per lo svolgimento di un pezzo o di un dossier, chiede ad un professionista di realizzarlo in modo naturale. Se quest’ultimo si rivolge ad un terzo (in questo caso elettronico) si rischia di ledere a tutti gli effetti la  genuinità dello scritto commissionato. Ecco perché, proprio per il modo in cui l’intelligenza artificiale è stata concepita, un suo utilizzo improprio può portare a tutti gli effetti ad un reato di truffa. Lo scrittore o il giornalista che viene pescato ad utilizzarla in modo illegale, rischia di essere quindi perseguito per via legale. Bisogna quindi prestare la massima attenzione e non trasformare un possibile vantaggio in un fattore di rischio.

 

 

Paolo Colantoni

Amo scrivere, raccontare e leggere. Adoro i film, le serie poliziesche e la musica. Ho cantato con Michael Jackson (ho le prove) e collaborato con testate nazionali (Libero, Corriere dello Sport, Tuttosport e Radio 101), regionali (Rsa, Radio Incontro Olympia, Teleroma 56), siti e riviste. Enzo Biagi diceva che il giornalista è un “testimone dei fatti”. Noi proviamo ad esserlo della realtà di oggi.

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