Giuli contro il Corriere: “La mia intervista censurata”

Alta tensione tra il ministro della Cultura Giuli e il Corriere dopo un editoriale di Galli della Loggia: “Mi hanno censurato”.

È scontro aperto tra Alessandro Giuli ministro della Cultura, e il Corriere della Sera. Al centro della polemica, un’intervista concessa dal ministro in risposta a un editoriale firmato da Ernesto Galli della Loggia, che però, secondo Giuli, non sarebbe mai stata pubblicata. Il ministro ha deciso di non restare in silenzio: ha diffuso integralmente il testo sui suoi canali social, accusando il quotidiano di censura editoriale.

 

Giuli e la contesa con il Corriere
Il ministro pubblica sui social la versione integrale del colloquio cityrumors.it foto Ansa

“L’ho scritta su richiesta della testata per controbattere accuse gravi, ma non l’hanno fatta uscire. Ho dovuto pubblicarla io”, denuncia Giuli, che parla di una “pagina poco onorevole per il pluralismo dell’informazione”. Il riferimento poi a Renzi, definito “l’umile”, su “Firenze secondo me”, il mondo che rimase in silenzio.

 

Giuli vs Il Corriere: il ministro posta tutto sui social

La vicenda nasce da un editoriale al vetriolo di Galli della Loggia, pubblicato nei giorni scorsi sul Corriere, in cui il giornalista criticava aspramente la gestione della cultura da parte del ministro Giuli, accusandolo di scelte ideologiche e pressapochismo nella politica culturale del governo.

Il ministro, contattato dalla redazione, avrebbe redatto una lunga intervista-risposta destinata alla pubblicazione. Ma qualcosa è andato storto: “Mi avevano detto che sarebbe uscita nel weekend, poi silenzio. Nessuna spiegazione. È evidente che si è preferito non offrire il contraddittorio al lettore”.

Scontro Giuli-Corriere
Qualcosa è andato storto con l’intervista Cityrumors.it foto Ansa

A quel punto, Giuli ha scelto la via autonoma: ha pubblicato l’intervista sulla sua pagina Facebook e su X, scatenando un’ondata di reazioni nel mondo politico. Molti esponenti della maggioranza hanno espresso solidarietà, parlando di “episodio grave” e “censura mascherata”. L’opposizione, invece, accusa il ministro di vittimismo e uso strumentale dei social. La direzione del Corriere, interpellata da alcune testate, non ha (al momento) fornito versioni ufficiali. Tuttavia, fonti interne parlano di “scelte editoriali legate a spazi e tempistiche”.

Il caso Giuli riapre un dibattito mai sopito sul rapporto tra stampa e potere, ma anche sull’equilibrio tra diritto di critica e diritto di replica. E in un’epoca in cui i social diventano megafono parallelo, la linea tra informazione e controinformazione appare sempre più sottile. La sensazione è che la lite tra Giuli e il Corriere sia solo il sintomo di una tensione più profonda, tra una classe dirigente che vuole governare anche il racconto mediatico e un sistema editoriale che fatica a restare neutro. La censura è reale o percepita? L’opinione pubblica, come sempre, sarà il vero arbitro.

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