Orari assurdi e carichi di lavoro estremi: un turno in ospedale finisce in tragedia

Una giovane dottoressa talmente dedita al suo lavoro che non ha lasciato soli i suoi pazienti e ha curato fino all’ultimo ogni giorno

Una storia italiana. Una di quelle vicende che fanno arrabbiare, mettono il malumore e anche tanta tristezza e tenerezza allo stesso tempo. Una giovane dottoressa non ha voluto lasciare i suoi pazienti e, nonostante fosse da sola e le persone tante, forse troppe, ha voluto visitarli tutti. Uno a uno, ma alla fine a rimetterci è stata lei.

Un medico di base in attesa della prima visita
Orari assurdi e carichi di lavoro estremi: un turno in ospedale finisce in tragedia (Ansa Foto) Cityrumors.it

Lei, la giovane dottoressa, si chiamava Maddalena Carta  e ha voluto restare nel suo studio a visitare i suoi pazienti fino all’ultimo. Non stava bene da qualche giorno, accusava qualche malessere, ma visto che altri suoi due colleghi non stavano bene nemmeno loro, non vileva lasciare lo studio e soprattutto le persone che avevano bisogno di cure.

E così è andata ed era un giorno funesto perché di persone che non stavano bene se ne sono presentate tante, forse troppe per una sola dottoressa. Era sola ma non scoraggiata, gli altri suoi due colleghi e medici di famiglia del suo paese, Dorgali, in provincia di Nuoro, erano entrambi in malattia. Lei imperterrita è andata, ha cominciato a visitare i suoi pazienti senza sosta, fino a quando non si è sentita male e hanno dovuto chiamare i soccorsi.

Una giovane dottoressa ha avuto un ictus

La povera Maddalena stava per svenire e proprio non ce la faceva ad andare avanti, ma fino all’ultimo ha visitato ogni paziente, fino a quando non ce l’ha fatta più ed è crollato in terra. E’ stata lei stessa che in qualche modo ha chiamato i soccorsi solo quando stava per svenire, ma per lei era troppo tardi, pare abbia avuto un ictus o un principio di infarto e soli 38 anni è morta sul lavoro.

Una tragedia. Una ragazza che non voleva lasciare le persone che stavano male al loro destino e si è praticamente immolata. Una fine tragica per questa giovane dottoressa che, probabilmente, era stanca e sovraccarica di lavoro ed è stata sottoposta a turni massacranti per non lasciare senza cure i suoi 1800 pazienti.

Una visita da parte di un medico di base ad un paziente
Una giovane dottoressa ha avuto un ictus (Ansa Foto) Cityrumors.it

In Sardegna e nel posto dove si trovava questo giovane medico è successo il caso anche perché a denunciare il caso, che ha suscitato una grandissima emozione in tutta la regione sarda, è stata la Federazione nazionale degli ordini dei medici. E’ a tutti gli effetti una morte sul lavoro, denuncia Filippo Anelli, il Presidente della Fnomceo.

Questa giovane collega è rimasta l’unico medico di medicina generale a presidiare una comunità di 5000 assistiti. Alla sua salute ha anteposto la cura dei pazienti, e questo le è costato la vita. Una morte sul lavoro! Lo Stato, in tutte le sue espressioni, ha il dovere e l’obbligo di mettere in atto provvedimenti per evitare morti come questa“, le durissime parole da parte del presidente Anelli che non lascerà passare questa gravissima morte.

 

Carenze strutturali

La Fnomceo denuncia la drammatica situazione della medicina territoriale che la storia della dottoressa Carta rimette sotto i riflettori. “A Maddalena va la nostra riconoscenza – aggiunge – per aver incarnato oltre ogni limite i principi del codice deontologico; alla famiglia e alla comunità la nostra vicinanza. Non possiamo però tacere una ferma condanna per una situazione che vede sempre più territori sguarniti dei più essenziali presidi di assistenza, in primis il medico di famiglia, con conseguenti sovraccarichi di lavoro per chi resta. Una situazione di cui molte zone della Sardegna sono il paradigma, ma che si ripropone trasversalmente a tutta l’Italia, nei territori geograficamente più isolati, come le zone montane o rurali, ma anche nelle periferie e persino nelle zone semicentrali delle grandi città”.

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