Via ai ricorsi, giudici pronti a liberare i clandestini. Cambiano alcune regolamentazioni e procedure, insieme ai numeri aggiornati sui migranti.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il trattenimento nei Centri per il rimpatrio (Cpr) senza la nomina di un difensore, si apre una nuova fase sul fronte dell’immigrazione. I giudici cominciano ad applicare la pronuncia e il primo caso concreto arriva da Sassari: un migrante è stato liberato dopo ricorso, aprendo la strada a un’ondata di richieste simili in tutta Italia. Il sistema dei Cpr, già in affanno, rischia di collassare sotto il peso di ricorsi e liberazioni in serie. Fonti interne parlano di un vero e proprio “allarme svuotamento” per le strutture di trattenimento amministrativo.

La decisione della Consulta mette in discussione migliaia di provvedimenti di trattenimento, e gli avvocati si stanno mobilitando per presentare ricorsi a tappeto. Il Viminale, che finora ha puntato sui Cpr come strumento chiave per il controllo dell’immigrazione irregolare, guarda con preoccupazione all’evolversi della situazione, mentre aumenta la tensione politica intorno alla gestione dei flussi migratori.
Aumentano gli sbarchi dei migranti: numeri record e minori soli
Nel frattempo, mentre i Cpr si svuotano, gli sbarchi continuano ad aumentare. Al 4 luglio 2025, secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, sono 30.611 i migranti sbarcati sulle coste italiane, con un incremento significativo rispetto allo stesso periodo del 2024, quando gli arrivi erano stati 24.202. Una crescita che segnala un’intensificazione dei flussi nonostante le misure di contenimento e gli accordi internazionali.

Di particolare rilievo il dato sui minori stranieri non accompagnati, che rappresentano una delle categorie più vulnerabili: sono 5.328 i ragazzi arrivati soli dall’inizio dell’anno. Le strutture di accoglienza dedicate risultano ormai sature, e i Comuni faticano a garantire assistenza adeguata, con molte Regioni che chiedono risorse e un piano straordinario di intervento.
Il combinato tra l’aumento degli sbarchi e la crisi nei Cpr rischia di mettere in difficoltà l’intero sistema di gestione migratoria italiano. L’equilibrio tra rispetto dei diritti, controllo delle frontiere e sicurezza interna appare sempre più fragile.