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Cultura e Spettacolo

Lilli Manzini vs Elio Germano, la doppiatrice in esclusiva punzecchia un’altra attrice molto famosa

Di recente l’attore Elio Germano ha parlato di come sia assurdo che vengano ancora doppiati i film, scatenando la polemica dei doppiatori che si sono sentiti chiamati in causa, prima fra tutti Lilli Manzini.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare la doppiatrice e direttrice di doppiaggio, che ci ha raccontato il suo mestiere e ha anche sottolineato il motivo per cui non condivide le parole dell’attore italiano.

Lilli Manzini in esclusiva (CityRumors.it)

Andiamo dunque a scoprire più da vicino le opinioni di questa importante personalità del mondo del doppiaggio.

Intervista Lilli Manzini, le sue parole su Elio Germano e non solo

Partiamo appunto dalle parole di Elio Germano sul doppiaggio, dal tuo commento sulla questione legata ai doppiatori. Anche l’Accademia, nel senso delle università italiane hanno il pallino fisso sui film sottotitolati in lingua originale…

Ma poveretti, forse non hanno ancora compreso l’importanza che ha la lingua italiana. Altrimenti se non vogliono il doppiaggio non li dovrebbero far neanche distribuire in Italia i film. Considerando che noi siamo un valore aggiunto, un bene culturale, già a lingua italiana è un bene culturale. Nel caso di Elio Germano c’è anche una grandissima mancanza di di rispetto per le persone disabili che sono diventate non vedenti, soprattutto a causa di incidenti dopo che magari per 30 40 anni della loro vita hanno sempre visto i film al cinema e in televisione, e ti posso assicurare che tantissime persone disabili non conoscono le lingue straniere tantomeno il giapponese, il coreano, il tedesco, il danese e il francese. Mi è stato detto che esistono degli apparecchi che fanno da traduttore simultaneo ma secondo me queste macchinette non hanno i nostri stessi sentimenti recitativi da inculcare nei cuori di queste persone, non possono avere la concentrazione giusta per assaporare tutte le sfaccettature degli attori che stanno recitando.

Ma poi se io devo perdere tempo a leggere i sottotitoli, che poi vanno tutti di corsa, non posso avere la concentrazione per capire la scena. Mi ha scritto gente dislessica che non riesce a fare in tempo a leggere una cosa che intanto si è persa l’espressione dell’attore o dell’attrice che sta guardando. Quindi tutte queste sfumature di cui tanto decanta Germano si perdono quando guardi un film in lingua originale. Ma non la pensa così solo Elio Germano, ma anche Kasia Smutniak la pensa come lui. Ma comunque a parte questo io credo che ci sia veramente una mancanza di rispetto totale per le categorie dei Lavoratori perché io non mi sono mai permessa di dire che il cinema non ha bisogno di Elio Germano perché c’è chi è meglio di lui che peraltro è un attore che io stimo e amo e lo ha sempre amato. Si dovrebbe ricordare che anche lui è stato doppiato quando era ragazzino dal grande Simone Crisari nel film C’hai rotto papà. Siamo arrivati al qualunquismo, sono una follia tutte queste dietrologie che non portano assolutamente a niente. La qualità del suono? Ma si andassero a vedere Il padrino in lingua originale o La storia infinita in lingua originale. Non credo che il signor Elio Germano quando era piccolo si guardase i film in lingua originale anche perché lui ha sempre vissuto in Italia, mi sembra, credo eh, non penso che lui la sua infanzia l’abbia vissuta negli Stati Uniti. Penso che come tutti quelli che amano il cinema e sognavano di fare gli attori, anche lui si sia innamorato di questo mestiere guardando anche i film western, Guerre Stellari o Rocky, Rambo tutti doppiati.

Lilli Manzini e la querelle sul doppiaggio (Instagram @lilli.manzini.official) CityRumors.it

Non sono ipocrita e ti dico la verità, a me non dispiace guardare i film in lingua originale, ma penso che siamo in un momento storico in cui comunque la tecnologia ci permette tante cose una cosa non escluda l’altra…

Esatto, basta mettere la traccia, ma non va discriminato il doppiaggio totalmente. Farlo è una stron*ata unica. Non si può non considerare che ci sono varie persone, io conosco tantissime persone, che farebbero una fatica enorme a vedere un film con sottotitoli. Lasciamo Libertà anche all gente di scegliere e io non metto in dubbio questo, la gente può fare quello che vuole lo dice l’articolo 21 della Costituzione italiana. Ma sono rimasta male perché non si rispetta la professione degli altri, non puoi sparare a zero sul doppiaggio quando prima di tutto non sei un doppiatore. Io non ho mai sparato a zero sugli attori italiani.

Ti racconto un episodio che è successo nella mia università, il Dams Roma Tre. Con l’uscita di Eyes Wide Shut fecero una rassegna su tutti i film di Kubrick. I film dovevano essere mostrati in lingua originale coi sottotitoli. Kubrick si incavolò tantissimo, voleva querelare l’Università perché ci teneva al doppiaggio che nei dialoghi aveva curato adattandosi ai vari paesi dove sarebbe uscito il film. C’è poi un esempio altrettanto significativo, della sitcom La Tata che nella versione originale era ebrea e in Italia la fecero diventare ciociara. Non credi che si potrebbe fare qualcosa in più a livello produttivo per tutelare i doppiatori?

Potrebbe essere importante. Basti pensare a quello che è successo anche con Ritorno al futuro. Nel primo capitolo avevano messo delle parolacce alla fine del film e poi le hanno reintegrate nel secondo. Molto dipende dalle scelte degli addetti ai lavori perché in Italia magari c’è ancora un po’ di discriminazione e allora devono cestinare delle cose che potrebbero dar fastidio all’immaginario collettivo soprattutto italiano. Ma noi siamo ancora un paese retrogrado, cioè in Danimarca stanno 50 anni avanti a noi. Senza considerare l’intelligenza artificiale che è una piaga per il doppiaggio che ci ruba le voci e ci leva il lavoro come fanno anche questi mascalzoni dei talent che poi non è neanche colpa loro ma colpa del potere imprenditoriale che li chiama per fare più soldi al botteghino. Credo che l’unica categoria che si salverà è il teatro perché non puoi riprodurre artificialmente un attore grazie a Dio, per quanto nei concerti Whitney Houston è stata riprodotta.

Nell’ottica di quello che hai detto sull’intelligenza artificiale, come lo vedi il futuro del doppiaggio?

Il futuro del doppiaggio lo vedo male, molto male. Prima di tutto perché già al giorno d’oggi abbiamo delle voci che non c’entrano assolutamente niente con quelle con le quali sono cresciuta io, comprese quelle della mia generazione che sono meravigliose. Le nuove leve sono molto belle, ma tecniche e spesso intercambiabili.

Matteo Fantozzi

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