Secondo gli ultimi dati, un ortaggio ha subito un rialzo del 50% del prezzo rispetto all’ultimo rilevamento. Un aumento clamoroso
“Il consiglio per restare in forma e in salute? Mangiare tanta frutta e tanta verdura”. Alzi la mano chi, almeno una volta, non si è sentito dire questa cosa dal proprio medico o nutrizionista. Una dieta fatta di ortaggi, frutti e prodotti dei nostri campi, è sempre molto ben gradita. E può regalarci una spinta importante per restare in forma e in salute. Ma potrebbe avere l’effetto opposto sulle nostre tasche.

Se i medici tendono infatti a consigliare l’utilizzo della frutta e della verdura di stagione, il nostro commercialista potrebbe pensarla diversamente. Alla luce degli ultimi dati sul costo dei prodotti, è facile constatare gli aumenti esagerati di alcuni ortaggi e di alcuni frutti. A regalare la fotografia della situazione attuale è stata la Unioncamere e la Bmti , che hanno stilato l’ultimo indice dei prezzi all’ingrosso: che faceva riferimento ai valori commerciali medi dei prodotti valutati nel mese di settembre. I listini dei vari prezzi hanno subito dei rialzi incredibili: per certi versi spropositati. V’è soprattutto un prodotto che ha fatto registrare l’aumento più alto: un rialzo del più 50, 7% su base mensile.
Le zucchine costano più del 50% in più rispetto al mese scorso
Stiamo parlando delle zucchine, diventate a tutti gli effetti un vero e proprio prodotto d’elité. Non più alla portata di tutti. Chi vuole preparare una bella pasta alla Nerano, un piatto di zucchine ripiene o utilizzarle per un semplice contorno, dovrà mettersi l’anima in pace. Il prezzo delle zucchine oggi è cresciuto in modo esponenziale. Ma non si tratta dell’unico rialzo: hanno fatto registrare dati in crescita anche le carni di bovino, di tacchino e le uova; in calo invece, l’uva da tavola, la carne di suino e il burro. Tra gli ortaggi, non solo le zucchine hanno toccato livelli di prezzo esagerati: è cresciuta anche la valutazione delle melanzane (+9%). Un prezzo dettato probabilmente da una minore disponibilità, successiva alle condizioni climatiche e alla conclusione delle produzioni in pieno campo.

Tutto questo, nonostante i prezzi degli ortaggi all’ingrosso risultano addirittura inferiori del quindici per cento rispetto allo scorso anno. In leggero calo invece (il quattro per cento in meno) il comparto dei frutti a lunga conservazione. Quello che costa meno è l’uva da tavola: probabilmente a causa della produzione abbondante e di una domanda che risulta invece contenuta. Il ribasso è stato quantificato nel 13,8 %.
I prodotti che hanno fatto registrare un calo di prezzo
Discorso inverso invece per le pere che sono scresciute nel prezzo di un abbondante 9%%, a causa di un’annata che si preannuncia scarsamente produttiva, con prezzi delle varietà autunnali già su livelli elevati. Nel comparto delle carni ancora rialzi per la carne di vitellone (+5% mensile e +37,4% rispetto al 2024 ) e vitello (+3,6% e +21,1%). In crescita anche il prezzo della carne di tacchino. Più convenienti invece i prodotti di macelleria, che hanno fatto registrare un calo dei costi del 14% rispetto al mese di agosto.

Sostanzialmente stabili invece i prezzi dei formaggi, mentre hanno fatto registrare un aumento le uova, che costano in media il 2,2% in più rispetto ad agosto. Un prezzo derivato anche in questo caso da un’offerta limitata sia a livello nazionale che europeo, con una crescita del +19,2% rispetto al 2024. Ulteriore diminuzione, infine, del 9% per il prezzo del burro a causa della sovrapproduzione a livello europeo; su base annua, il calo si amplia passando dal -2% di agosto al -22,3% di settembre.





