Il dirigente dell’Ufficio Occupazione Lavoro e Affari sociali al Welfare Italia Forum 2023 presenta un disegno non proprio edificante per il Belpaese
Una strada parallela che non si incontra mai. Un binario preoccupante tra chi cerca di andare verso la sostenibilità economica e e quella ambientale. Due strade che rappresentano quasi una scommessa, ovvero cercare di fare di più ma avendo meno. Un rapporto non proprio conciliante col mondo che cammina velocemente e che ha sempre più voglia di correre. Produrre sempre di più, cercando di diminuire il carbone e allo stesso tempo dare giusti e adeguati sistemi di welfare alle persone che aumentano d’età e il ricambio sembra quasi essere assente.
Stefano Scarpetta, dirigente dell’Ufficio Occupazione, Lavoro e Affari sociali dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Ocse, lo scorso martedì scorso era a Roma per il Welfare Italia Forum 2023 e i dati che sono arrivati non erano proprio edificanti. “Direi di sì, sono preoccupanti ed è preoccupante il fenomeno internazionale nel suo insieme e lo è ancor di più ciò che sta avvenendo in Italia“.
E i riferimenti ad un vero autunno demografico che sta preoccupando non poco la comunità internazionale, ma anche e soprattutto il nostro governo che ha cercato di fare una manovra anche con un occhio di riguardo su questo argomento così delicato. Scarpetta non ha dubbi e va avanti: “Più che autunno è sempre di più un inverno demografico ormai: dopo il Giappone siamo la nazione che sta registrando un processo di invecchiamento più rapido. Il tema ora è come far ripartire i tassi di fertilità e la risposta va trovata nelle soluzioni che i nostri dirimpettai hanno trovato prima di noi: in Francia è dagli anni Settanta che sono presenti politiche generose e consistenti a sostegno delle famiglie. Sono soprattutto continuative, indipendentemente dal ritmo democratico dell’alternanza politica“.
L’Italia invecchia velocemente, anzi fin troppo rapidamente e il ricambio non c’è come dovrebbe essere. I giovani che accedono al mondo del lavoro, infattii, sono sempre percentualmente di meno rispetto alla media dei Paesi avanzati. Una contraddizione che non può non preoccupare e Stefano Scarpetta dell’Ocse approfondisce il tema: “C’è la necessità di fornire un miglior orientamento alle nuove generazioni nella scelta degli studi, mentre l’offerta formativa deve guardare con attenzione al mercato. Ma c’è dell’altro: è il fenomeno del basso equilibrio generato dal combinato disposto fra una scarsa offerta di competenze da un lato e dall’altrettanto scarsa domanda di queste ultime dall’altro, il che a ben vedere sta alla base della sostanzialmente bassa produttività della nostra economia“.
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