L’ex capitano della squadra bianconera è amareggiato: “Criticare Motta è come sparare sulla croce rossa, mi spiace io ci credevo tanto”
Amareggiato e deluso per i risultati. E lui di Juventus sa tutto e di più, avendo anche portato la fascia di capitano in un momento tosto e anche vincente, ma per Alessio Tacchinardi questa Juve è “una delusione continua“, con giocatori che “sembrano irriconoscibili“, anche se, per esperienza personale e vissuta da lui in prima persona “non è facile parlare senza sapere quello che succede dentro, anche perché qualcosa dentro che non va c’è…“.
Tra i giocatori che non sembrano essere più se stessi e che vanno a corrente alternata, quando in realtà in passato hanno dimostrato non solo di essere forti, ma giocatori da Juventus come Dusan Vlahovic, la sua regressione è impressionante. E su questo Tacchinardi non ha dubbi: “E’ uno dei pochi, a mio parere, che può essere da Juve, nel senso che si vede che ha carattere e personalità. Per me resta un campione e lo è, ma ho avuto la fortuna di giocare con attaccanti stellari e quando non ti fanno sentire forte, nonostante tu lo sia, non è facile per niente anzi è complicatissimo venirne fuori…”
Ed in effetti in campo si vede che qualcosa che non va c’è, eccome, ma su questo l’ex centrocampista della Juve e della nazionale italiana cerca di spiegare: “Adesso attaccare Thiago Motta è come sparare sulla croce rossa, dico solo che i bonus, ahimé, sono finiti, soprattutto quando accadono situazioni come essere usciti dalla coppa Italia con 5 primavera dell’Empoli o con il Psv in quel modo, ma anche tanto altro. Allo stesso tempo, ribadisco che, solo chi sta dentro può sapere come stanno effettivamente le cose, e quando dico questo, so quel che dico, essendo stato calciatore e avendo giocato nella Juve tanti anni“.
Non riesce a darsi pace per come gioca la Juve e per questi continui black-out, visto che si passa da strisce di vittorie consecutive a batoste come quella che ha preso con l’Atalanta: “Gasperini ha dato una lezione severa, severissima, ora è tosta, spero solo che si riesca a tenere il quarto posto, ma non la vedo facile, dopo una sonora batosta come quella presa con l’Atalanta“.
Per l’ex capitano della Juve una sconfitta dalla quale non è facile uscirne e ne spiega le motivazioni: “E’ la dimostrazione che quando dovevi fare questo benedetto salto di mentalità, avere una mentalità vincente hai steccato e di brutto, ecco che arriva lo schiaffo. Uno squadra leggera, ma è un peccato perché a mio modo di vedere, l’organico c’è, ma non riescono a farlo vedere. Io sono di quelli che mi ero illuso che questa Juve potesse andare lontano, non dico a vincere la Champions, ma a fare meglio di quello che si stava facendo“.
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