La nota criminologa, che ha studiato il caso nei dettagli, non crede a questo colpo di scena: “Si tratta di un dito ma il corpo di Chiara…”
Un colpo di scena dietro l’altro. Ogni giorno a Garlasco succede qualcosa, da quando sono state riaperte le indagini, ma soprattutto da quando è in atto il maxi-incidente probatorio. E proprio nel giorno in cui sono attesi Marco Poggi, Alberto Stasi e Andrea Sempio, convocati tutti dalla Procura della Repubblica, ecco che arriva un altro colpo di scena col Tg1 che tira fuori la bomba dell’impronta di una mano che colloca Sempio all’interno della casa dove è stata uccisa Chiara Poggi.

Una notizia che, detta così, fa pensare a un fatto clamoroso, ma non è così come sembra e a dirlo è la nota esperta e criminologa Roberta Bruzzone che ha studiato il caso di Garlasco in ogni suo dettaglio: “L’impronta? E’ interessante così come viene presentata, ma è stata trovato e verificata in un punto anomalo…”.
L’esperta dottoressa in criminologia che ha studiata diversi casi e attende novità anche sul caso della strage di Erba, prova a spiegare cosa sia quell’impronta che venne repertata dai Carabinieri nell’estate del 2007 accanto al corpo di Chiara Poggi, c’è questa impronta, che non è nuova agli inquirenti, ed è di Andrea Sempio. Ed è la Bruzzone che ricorda bene come il 9 luglio del 2020, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano scrissero nero su bianco una conclusione a loro giudizio che era inappuntabile: “È logico-fattuale che l’impronta sulla parete delle scale appartenga all’assassino“.
Ma è la stessa Bruzzone che ci va coi piedi di piombo e approfondisce: “Si sta parlando di più persone che avrebbero partecipato, ma è solo un’illazione e ipotesi al vaglio, anche perché dai reperti e dalla scena del crimine c’è l’assoluta certezza che il killer di Chiara sia solo e sempre uno solo, non di più”.
“E’ in un posto anomalo perché interagisce poco col corpo di Chiara ed è difficile togliere Stasi dalla scena…”
E riguardo all’impronta cerca di spiegare anche attraverso quanto è riuscita a capire sulla famosa impronta ritrovata ma di cui si conosce tutto dal 2020: “E’ un’impronta singola di un dito che è collocata sul muro dove si scendono le scale e dove poi è scivolato il corpo di Chiara, dove tra l’altro ci sono le orme di una scarpa modello Frau taglia 42. C’è da dire che un’impronta così com’è è interessante ma bisogna ammettere che è anomala perché interagisce poco col corpo di Chiara, anche perché non ci sono lì attorno tracce ematiche, tanto che proprio in quel punto non avrebbe senso almeno per come è posizionato il cadavere“.

Quello che cerca di capire la Bruzzone è cosa sia emerso dall’interrogatorio di Marco Poggi tenuto nel più massimo riserbo, anche perché “magari potrebbe confermare che lui e Sempio sono stati in quel punto della casa, visto che dove è stata ritrovata la povera Chiara è l’accesso alla cantina della casa, il che è abbastanza verosimile anche per spiegare quell’impronta“.
E c’è anche dell’altro che Bruzzone ci tiene a sottolineare: “E’ difficile togliere Alberto Stasi dalla scena del crimine. E ho anche l’impressione che l’ipotesi indagativa sia in divenire, ma invece di restringersi continua ad allargarsi, mostrando debolezza. Le nuove perizie sul Dna vorrebbero rendere utilizzabili quelle tracce a lungo dichiarate non affidabili a fini giudiziari. Ma sono reperti confusi.