Il professore di sociologia dei fenomeni politici all’Università Lumsa ricorda la sua lunga esperienza nei penitenziari e ricorda: “Più di un terzo sono tossico-dipendenti”
Più passa il tempo, più la situazione non fa che aggravarsi. La condizione delle carceri italiane è sempre più “allucinante e vergognosa“, urlava con sdegno Piero Sansonetti. La politica può e deve fare di più per risolvere la situazione e dare la possibilità ai detenuti di poter vivere in modo civile e scontare la propria pena senza doversi preoccupare di servizi scadenti o di altre cose che non fanno parte di una paese civile. “Lo stato e la condizione dei penitenziari misura la democrazia di un paese”, riferisce in modo perentorio e sicuro il professor Francesco Nicola Maria Petricone, docente di sociologia dei fenomeni politici dell’Università Lumsa.

Il docente di sociologia della Lumsa, specializzato in diverse cose tanto da spaziare su parecchi argomenti che vanno dalla politica americana ma anche a quelle italiana ed europea, vanta anche una grande esperienza ed attitudine per quel che riguarda l’organizzazione e l’amministrazione, ma anche lo stato dei penitenziari italiani, avendone visitati parecchi, quindi sa bene di cosa parla.
Il professor Petricone, conoscendo bene la materia, suggerisce una soluzione che sarebbe alla portata di tante persone e detenuti in difficoltà: “Purtroppo il problema del sovraffollamento delle carceri è una cosa che va avanti da tanto, troppo tempo, di sicuro in questi ultimi anni è diventato un problema sempre più serio ed è urgente trovare una soluzione per rendere la vita più semplice, non solo per i detenuti ma anche per chi gestisce il regime e l’amministrazione carceraria a livello nazionale e locale, visto che ci sono persone qualificate e che sanno bene quale siano i problemi e come agire, ma vanno aiutate e supportate“.
“La struttura e l’organizzazione di San Patrignano è una soluzione importante per i tossico-dipendenti”
Ci sono oltre 60.000 detenuti nei vari penitenziari italiani ma i posti a disposizione sono appena 50.000, quindi il problema di affollamento c’è ed è evidente e si evince da questi semplici, ma massacranti numeri che spiazzano e che allo stesso tempo destano grande preoccupazione, anche perché un terzo di queste persone che sono dentro circa ventimila sono tossico-dipendenti e un problema ancora più grande ed evidente perché “all’interno del carcere ci sono purtroppo le stesse possibilità, se non maggiori, di reperire la droga e quindi il problema resta anzi diventa anche più grave perché in mezzo ci sono tanti ragazzi”.
Il professor Petricone propone le strutture di San Patrignano anche perché l’esperienza che hanno queste persone ce l’hanno in pochi, tanto che “sarebbe una prima e rapida soluzione per alleggerire i tanti penitenziari italiani”, con “le strutture di San Patrignano, grazie alla loro esperienza, tanti giovani potrebbero essere aiutati non solo per la loro dipendenza ma anche per avere un reinserimento nella vita sociale. Ho avuto la possibilità di conoscere tanti bravi ragazzi che si sono reinseriti proprio grazie al lavoro che viene fatto in queste strutture“.

Per il professore Francesco Maria Nicola Petricone, è un problema serio a cui dedicare attenzione e che con pochi passaggi potrebbero risolvere tante situazioni. “Reperire la droga è facilissimo e rispetto al passato sta diventando anche molto economico, basti pensare che la cocaina sia diminuita nel prezzo ed è una cosa strategica perché si vende e si trova a pochi euro, con 20 euro compri 5-6 dosi, per gli adolescenti purtroppo è la rovina“.
Per il docente, almeno per questi ragazzi che hanno problemi con le droghe pesanti e leggere, “San Patrignano potrebbe essere una manna anche perché ci sono tante persone che possono essere recuperate e reinserite in strutture dove ci sono persone adatte e con esperienza importante, basti pensare che alcuni istruttori sono ex tossico-dipendenti che si mettono a disposizione di questi ragazzi, per lo Stato anche dal punto di vista economico e soprattutto sociale, sarebbe qualcosa di straordinario“.