Il sottosegretario alla Giustizia è finito nel mirino di un boss. La tensione nelle carceri è alta e le ultime dichiarazioni confermano
Nelle strutture penitenziarie in Italia non si sta assolutamente vivendo un momento facile. La situazione non è assolutamente facile e anche i detenuti stanno iniziando a perdere la calma. Come evidenziato da Il Giornale, in queste settimane è finito nel mirino di un boss il sottosegretario Delmastro. Dure minacce che hanno portato il premier Meloni a dire che il percorso intrapreso dal governo è quello giusto.
Parole che confermano come l’esecutivo non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Si continuerà sulla strada intrapresa ormai da tempo. L’obiettivo del governo è quello di rendere la giustizia corretta e, soprattutto, veloce. Per il momento si ha la consapevolezza che il percorso è ancora lungo e ricco di ostacoli (tra cui anche le minacce ndr). Ma il premier Meloni in più di un’occasione ha garantito che non c’è alcuna intenzione di fare un passo indietro e si proseguirà sul percorso iniziato ormai da diverso tempo.
Nel mirino di un boss è finito Delmastro. Nel carcere di Sulmona un esponente della Camorra è andato duramente ad attaccare il sottosegretario della Giustizia, ma anche il resto del governo. “Questo esecutivo di destra si sta accanendo sui detenuti. In particolare questo Delmastro, pezzo di m**** b*******, deve venire lui qua, deve saltare in aria“.
Parole molto dure e che confermano una situazione molto tesa nelle strutture penitenziarie. Le scelte del governo non stanno piacendo a tutti e i boss iniziano a protestare. Questo, però, conferma che la strada intrapresa dal governo è quella giusta e non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro.
Il premier Meloni ha garantito che le minacce avanzate dai boss confermano che la strada è assolutamente quella giusta. Il governo non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Sulla giustizia si continuerà in quel modo nella speranza di poter riuscire ad ottenere i risultati che si sono augurati. Non ci resta che attendere i prossimi mesi per capire se alla fine si riuscirà a cambiare uno dei settori più problematici e criticati in Italia.
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