In una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” è intervenuto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani
Importante intervista quella che ha rilasciato Antonio Tajani alla ‘Stampa‘. L’argomento in questione non può che essere uno dei più caldi di quest’anno, ovvero le elezioni Europee che si terranno nel mese di giugno. Nel corso della stessa ha voluto fare chiarezza in merito alla candidatura dei leader che, per il ministro degli Esteri, sarebbe un vero e proprio errore.
Queste sono alcune delle sue considerazioni a riguardo: “La Meloni è la leader dei Conservatori, Forza Italia invece è nel Partito popolare europeo e per noi è impossibile fare accordi con chi ha uno statuto di forte impronta anti-Ue e anti-Nato“. Parole chiare e decise in merito a chi gli chiedeva se pensava ad una possibile alleanza, in Europa, con Marine Le Pen. Con la francese, fa capire, non potranno mai esserci accordi.
Si è parlato anche della possibilità che la presidente del Consiglio possa seriamente candidarsi alle Europee. Una idea che, a dire il vero, non lo trova molto d’accordo: “Nel caso in cui dovesse esserci un accordo tra i leader del centrodestra, come chiede Meloni, questo vuol dire che o ci candidiamo tutti o non si candida nessuno. Se si candidano nello stesso momento la premier e i due vicepremier, credo ci sia il rischio che si perdano di vista le priorità del governo“.
Poi ha continuato dicendo: “Anche perché io mi sono candidato cinque volte in Europa, non mi spaventa questo appuntamento elettorale, ma c’è prima il Congresso di Forza Italia da affrontare, e devo farlo con responsabilità“. Ovviamente si è soffermato a parlare anche del suo partito di appartenenza dove svolge il ruolo di segretario ad interim come Forza Italia: “La prima vera riforma da fare è quella che preveda una Difesa europea per una Unione Europea pronta al peacekeeping. La stessa che sia capace di fare sintesi di ragionamenti e interessi anche divergenti”.
In conclusione lo stesso ministro ha aggiunto: “Noi nell’Unione Europea non possiamo avere due presidenti, della Commissione e del Consiglio. Possiamo immaginare anche quali sarebbero le resistenze in questo caso, ma questa struttura ha fatto il suo tempo. Credo che molti siano d’accordo su questo“.
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