Il ministro Nordio in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ fa il punto sulla riforma della Giustizia e sul suo rapporto con il premier Giorgia Meloni
Le vacanze politiche non fermano polemiche e discussioni. Nelle ultime ore si è parlato molto di un rapporto ormai critico tra il ministro Nordio e il premier Meloni. Una notizia direttamente smentita dal titolare della Giustizia, che ai microfoni del Corriere della Sera conferma come il suo rapporto con il presidente del Consiglio è ottimo e lo dimostra anche l’ultimo vertice a Palazzo Chigi dove abbiamo insieme deciso di fare l’incontro con il Quirinale per parlare della riforma.
Il Guardasigilli al quotidiano italiano conferma anche che nella maggioranza esistono sensibilità differente, ma anche che “sono stato voluto dal premier Meloni a ricoprire questo ruolo e stiamo trovando serenamente una sintesi su tutti i temi“.
Tra i temi che stanno facendo molto discutere in questo periodo c’è sicuramente lo stop all’abuso d’ufficio. Una norma fortemente criticata dalla sinistra e che ha portato anche all’ipotesi di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Immediata la smentita da parte del ministro Nordio, che ribadisce come il provvedimento rispetta le regole dell’Ue tanto che le raccomandazioni ricevute da Bruxelles non hanno riguardato la misura e c’è stata anche la firma del presidente Mattarella.
Per quanto riguarda il decreto carceri, il titolare della Giustizia garantisce che l’obiettivo è quello di ridurre al minimo i suicidi e per farlo si è deciso per esempio di poter “scontare la pena in ambiente diversi dal carcere, come le comunità tossicodipendenti. Poi sta ai magistrati decidere sei mandarli o meno. Ricordiamoci che i detenuti sono mandati in carcere dai giudici e non solo detenuti“.
Il ministro Nordio conferma che per risolvere il sovraffollamento delle carceri le idee sono molto chiare, ma “preferisco non parlarne ora. Sarebbe irriguardoso farlo prima di affrontare il tema con il presidente Mattarella“.
“Ma sicuramente con l’eventuale spostamento dei tossicodipendenti in altre strutture e il trasferimento dei detenuti stranieri nei Paesi d’origine si può arrivare a 15-20mila detenuti in meno. Ecco risolto il problema del sovraffollamento“, conclude il titolare della Giustizia ai microfoni del quotidiano nazionale.
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