Continua una novità dietro l’altra la nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi che potrebbe anche riscrivere una sentenza di condanna che comunque aveva già fatto tanto discutere
Le nuove indagini sul delitto di Garlasco hanno subito una improvvisa accelerazione, con diverse novità emerse nelle ultime ore, a partire dalle perquisizioni a casa di Andrea Sempio, dei suoi genitori e di due suoi amici. E poi le ricerche dell’arma del delitto in un canale a Tromello, a 5 chilometri dalla casa di Chiara Poggi, dalle quali è spuntato un martello, poi il ruolo delle gemelle Cappa, Paola e Stefania e da ieri anche la famigerata impronta 33 lasciata presumibilmente dall’assassino nella casa dove Chiara è stata uccisa.
Un vortice di nuove possibilità che fanno pensare che tante cose non sono state fatte a regola quei terribili giorni dell’agosto del 2007, oppure più verosimilmente oggi la tecnologia sta dando nuove importanti possibilità agli investigatori per capire meglio cosa è realmente successo quella mattina nella villetta di Garlasco. In questo modo alcune prove possono essere rianalizzate con maggiore accuratezza e tanti alibi possono essere riconsiderati più attentamente.
Un atroce delitto commesso diciotto anni, una ragazza che viene uccisa a 26 anni all’interno della sua casa dopo aver aperto spontaneamente la porta al suo assassino ancora in pigiama e un colpevole in carcere dal 2016 dopo che vari gradi di processo lo hanno indicato come l’unico esecutore materiale dell’assassinio di quella che allora era la sua fidanzata. Oggi è come se si ricominciasse tutto da capo, un procuratore, quello di Pavia, che ha ottenuto di riaprire le indagini perchè con le nuove tecnologie oggi a disposizione, molte prove già catalogate o addirittura scartate possono invece “raccontare” altro e far capire meglio cosa sia realmente accaduto quella maledetta calda mattina di agosto quando Chiara.
Le nuove indagini puntano dritte su Andrea Sempio, amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara, entrato e uscito già al tempo dall’inchiesta. Ecco la perquisizione nella casa dove risiede, quella dei genitori, degli amici dell’epoca e l’interrogatorio che doveva sostenere nella giornata di ieri, ma al quale i suoi avvocato sono riusciti a non far sostenere per un vizio procedurale. Ma da ieri però per il procuratore di Pavia la famosa impronta numero 33, trovata all’epoca sulla soglia delle porta di casa Poggi è di Andrea Sempio. Una novità che potrebbe ribaltare tutto il racconto di quei concitati minuti del delitto.
“L’impronta è lasciata da chi in quel momento sporgendosi sulla soglia della porta, senza scendere i gradini, si è appoggiato al muro facendo pressione sulla mano destra per non perdere l’equilibrio nel tentativo di chiudere la porta dopo aver spostato il corpo di Chiara Poggi”. Per la procura di Pavia quell’impronta sulla parete che conduce alla cantina dove Chiara è stata trovata senza vita, è la firma dell’assassino. Firma, sempre secondo i magistrati, perfettamente sovrapponibile a quella di Sempio, perchè dall’esame dattiloscopico, quello sulle impronte digitali, con le nuove tecnologie emergono ora 15 perfette risultanze col palmo destro della sua mano. Per una normale identificazione ne bastano 12.
Nel 2007 quella stessa impronta fu trovata, esaminata e rimossa per essere archiviata dai Ris di Parma perchè di nessuna utilità. Proprio questa nuova prova doveva essere al centro dell’interrogatorio a cui ieri però Sempio non si è presentato. Una clamorosa novità che potrebbe stravolgere completamente la verità acquisita in tutti questi anni e che ha portato in carcere Andrea Stasi come unico colpevole. “Il ragionevole dubbio non è una sconfitta dello Stato, ma una vittoria”, ha detto oggi un una video intervista Stefano Vitelli, il gup di Vigevano che nel dicembre 2009 assolse in primo grado Alberto Stasi dall’accusa di avere ucciso l’allora fidanzata Chiara Poggi. “Comunque vada, il ragionevole dubbio è un valore che deve unire tutti, perché come ci insegnano i maestri, è meglio un colpevole fuori che un innocente dentro”, ribadisce Vitelli, una frase che fa davvero tremare davanti alla piega che sta prendendo questa nuova indagine.
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