Se muore il pensionato l’assegno INPS si perde? La risposta arriva direttamente dall’INPS

Che cosa succede all’assegno di pensione erogato dall’INPS quando muore il titolare dell’emolumento? La risposta cela dà direttamente l’Istituto.

L’istituto previdenziale italiano eroga in favore dei pensionati una somma di denaro mensile. Si tratta di un diritto maturato dal cittadino in seguito al versamento periodico dei contributi obbligatori per un determinato numero di anni. Tuttavia, la pensione spetta anche ai cittadini che hanno un’inabilità al lavoro superiore al 33% e hanno un’età compresa tra 18 e 60 anni.

Pensione ai superstiti
Se muore il pensionato l’assegno INPS si perde? – Cityrumors.it

In entrambi i casi può accadere che il titolare del contributo economico mensile riconosciuto dall’INPS muoia. In questi casi, la legge prevede la possibilità per i superstiti che risultano a carico del de cuius, di diventare i nuovi titolari della pensione. Secondo quanto stabilito dalla disciplina italiana è necessario che sussistano determinate condizioni e che vengano rispettati specifici requisiti.

Assegno di pensione INPS: cosa succede quando muore il titolare

Se il titolare dell’assegno di pensione INPS muore, i superstiti hanno la possibilità di ricevere interamente o parzialmente l’importo diventandone titolari. Fate bene attenzione alle differenze tra un erede e l’altro.

Se muore il pensionato l'assegno INPS si perde?
La pensione di reversibilità – Cityrumors.it

I superstiti che maturano il diritto di ricevere la pensione del de cuius ottengono quella che in gergo viene definita pensione indiretta o di reversibilità. La pensione indiretta è quella che viene riconosciuta ai familiari superstiti quando il decesso dell’assicurato avviene prima del pensionamento.

La pensione di reversibilità, invece, è riconosciuta quando il decesso dell’assicurato avviene dopo il pensionamento. In questo caso è necessario che abbia maturato almeno 15 anni di contribuzione o cinque anni di contribuzione di cui i tre nell’ultimo quinquennio.

Hanno diritto alla pensione indiretta o di reversibilità:

  • il coniuge superstite, anche se è separato legalmente
  • I figli minorenni
  • I figli maggiorenni e studenti oppure inabili e gli equiparati
  • I figli postumi nati entro il trentesimo giorno dalla data del decesso del padre
  • I genitori oppure i fratelli e sorelle.

I familiari appena citati, per poter maturare il diritto alla pensione indiretta o di reversibilità, devono risultare fiscalmente a carico del dante causa. In base a quanto stabilito dalla disciplina italiana la pensione ai superstiti non è riconosciuta al 100% dell’importo che percepiva il de cuius Ma viene liquidata rispettando determinate percentuali:

  • 60% al coniuge;
  • 20% a ciascun figlio, se ha diritto a pensione anche il coniuge;
  • 70% un orfano/a;
  • 80% due orfani/e;
  • 100% tre o più orfani/e;
  • 15% a ciascun genitore;
  • 15% a ciascun fratello e/o sorella.
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