Al 18/esimo anniversario della morte di Chiara Poggi, la Procura di Pavia rende noto l’esito degli esami sul Dna ma adesso la battaglia diventa più aspra
Diciotto anni dopo. Tutto è ancora lì, davanti a tutti, poca chiarezza, nonostante ci sia una sentenza, e tanta, ma tanta confusione. Il mistero sul famoso Ignoto 3, ovvero tracce di Dna misterioso trovate all’interno della bocca di Chiara Poggi, è stato svelato. Appartengono a un cadavere che era all’interno dei locali dove sono state eseguite altre autopsie ed evidentemente è stata usata la stessa garza su due cadaveri diversi, almeno è un’ipotesi per riuscire a capire come delle tracce genetiche siano state trovate sul corpo della povera Chiara.

Per molti poteva essere un’apertura di qualcosa di nuovo e grosso, e soprattutto determinante. Per i legali della famiglia Poggi è la conferma che la sentenza di condanna sia quella giusta e tutte le cose uscite fino adesso lasciano il tempo che trovano. Ma non è così e non può essere così con una sentenza di condanna per una persona che è dentro da dieci anni giudicato colpevole con situazioni però che sembrano fare acqua da tante parti, se non proprio da tutte.
Una condanna di colpevolezza dovrebbe anzi deve essere effettuata senza un ragionevole dubbio. E qui di dubbi non fanno che crescere e aumentare e lo spiegano bene i legali di Alberto Stasi davanti all’ennesimo stravolgimento di qualcosa che non dovrebbe accadere mai, soprattutto in un processo penale dove è in ballo la vita di un ragazzo e di un cittadino. Tanto che l‘avvocato Antonio De Rensis spiega con altrettanta schiettezza e lucidità: “Ignoto 3 non esiste? E’ la conferma, mi dispiace, che all’epoca nel 2007 sono stati fatti diversi errori nelle indagini, può succedere, capisco, ma non deve succedere. Mai”.
“Ci sono elementi importanti per una revisione…”
Le parole di Antonio De Rensis, uno dei due legali di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, di cui ha scontato 10 sono inequivocabili e chiare anche perché, e non potrebbe essere altrimenti, al di là delle tante riflessioni che si sono fatte in queste settimane su chi poteva essere o non essere questo ignoto 3, ci sono talmente tanti errori e cose da rivedere che, secondo tanti esperti, fanno accapponare la pelle.
Tanto è vero che adesso può cambiare tutto e dal punto di vista pratico e legale, è anche giusto che sia così. “Se venisse confermata questa contaminazione, sarebbe l’ennesimo errore che verrebbe fuori da tutto quello che è stato fatto nel 2007, anche perché quanto vengono effettuate le autopsie, devono essere fatte con tutte le cautele del caso e col massimo impegno possibile, se a distanza di anni viene fuori che c’è stata una contaminazione sul cadavere della povera Chiara, si tratterebbe di un errore che non può esserci mai, figuriamoci in un caso di un procedimento giudiziario“, le parole del legale di Alberto Stasi che, mentre parla, quasi non crede giustamente che possano passare come niente fosse errori di questo genere.

Dopo quanto è accaduto e sta accadendo, non si può trascurare il fatto che adesso ci possono essere seri elementi per chiedere la tanto agognata (e sacrosanta vista la situazione ndr) revisione del processo e per De Rensis ci sarebbero pochi dubbi in tal senso: “E’ una strada che possiamo percorrere e ne stiamo parlando tra di noi, adesso questa cosa che è venuta fuori, è un elemento che dà ancora più concretezza alla strada che si potrebbe percorrere. Ora aspettiamo che le indagini vadano avanti, nel rispetto di tutti, e poi decideremo il da farsi, ma sappiamo quello che dobbiamo fare…”.