Il professore, famoso per la sua linea garantista e anche per le sue idee, è d’accordo con quanto esorta il Pontefice sull’amnistia
Se qualcosa non gli sta bene, non ha problemi a dirlo. Spesso a urlarlo e a scontrarsi anche in maniera vibrante con chi gli si oppone, rispettando il parere altrui a meno che non sia “un’amenità acclarata”.
E’ il professore di filosofia ed ex Sindaco di Venezia Massimo Cacciari che sulla giustizia ha il suo pensiero, ma allo stesso tempo anche tanta amarezza nel constatare che “tanto alla fine, si parla e si dice sempre di tutto sulla giustizia, ma poi non si fa mai nulla”. Ma stavolta è arrivato il momento di “fare le cose per bene”, anche perché “ci sono persone che soffrono e che vedono processi allungarsi senza motivo, e non è giusto”.
Da questo punto di vista, proprio prima di Natale, il Pontefice, appena uscito dal carcere di Rebibbia, dove aveva aperto una porta santa, disse parole molto forti sull’indulto e sull’amnistia, parole che forse troppi politici hanno sorvolato oppure fatto finta di non sentire, ma Massimo Cacciari le ha sentite bene ed esorta a seguire quanto ha detto il Papa, sulla possibilità di pensare seriamente all’indulto come atto di clemenza proprio in virtù dell’anno giubilare.
“Ma certo che sono d’accordo e certo che bisogna ascoltare bene le parole di Papa Francesco su un argomento delicato e forte come l’indulto e l’amnistia, anche perché le condizioni in cui sono le carceri è uno scandalo di civiltà per una paese che si dice sia moderno. Ma per favore. Ha ragione il Papa e sarebbe la volta buona che si deve fare qualcosa, ma non tanto per farla e trattare questo argomento in maniera seria”.
Per il professore di filosofia e comunque addentro alle questioni politiche, è un tema su cui non si può sorvolare con così tanta facilità: “Lo ribadisco è uno scandalo di civiltà per il nostro paese, non poter prendere in considerazione l’indulto soprattutto dopo quanto ha detto il Papa, anche perché il modo in cui s’intende la pena senza nessuna più lontana possibilità che questa serva a uno reinserimento del colpevole all’interno del mondo del lavoro e della società come invece impone e dice la nostra Costituzione. Al momento il regime carcerario è un’istituzione criminogena, è talmente evidiente che bisognerà intervenire in maniera radicale. Per questo sono d’accordo sull’indulto e a seguire le parole del Papa, considerato che il carcere dovrebbe essere l’extrema ratio: si deve andare in carcere se commetti reati che hanno messo in pericolo serio la collettività, non per cose per cui si fanno anni e anche in attesa di processi che poi, tante volte, danno l’innocenza. E’ una brutalità”
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