In merito all’argomento relativo all’inflazione sono arrivate le dichiarazioni da parte del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Quest’ultimo ne ha parlato in una lunga intervista al ‘Sole 24 Ore’
L’obiettivo del governo è quello di non correre alcun tipo di rischio. Soprattutto per quanto riguarda l’alto debito pubblico. Stabilità dei conti, rigore nella spesa e molto altro ancora quello che il vicepremier Antonio Tajani ha affrontato in una lunga intervista che ha rilasciato al ‘Sole 24 Ore‘. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni a riguardo: “La Commissione valuta che quest’anno cresceremo dello 0,7%, il prossimo dello 0,9. Il governo ha stimato rispettivamente 0,8 e 1,2.
I valori non si discostano di molto. Voglio far notare che, seppur in un contesto difficile, con due guerre alle porte, inflazione e aumento dei tassi di interesse, la nostra economia tiene e non va in recessione. Questo grazie al lavoro del governo sulla stabilità dei conti, confermato dal buon giudizio di tre agenzie di rating, a cui spero si unisca quello di Moody’s atteso per oggi”.
Sulla Bce: “Lo spread resta sotto i 200 punti. L’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato è dovuto all’aumento dei tassi della Bce. Saluto con piacere la recente decisione della Banca Centrale di non aumentare ulteriormente i tassi. L’inflazione, che è principalmente generata da fattori esterni, sta calando e stiamo raggiungendo il doppio obiettivo di stabilità dei conti ed evitare la recessione”.
Questione Mes, sull’argomento il ministro è stato molto chiaro: “Se ne parlerà dopo l’approvazione del patto di stabilità e crescita, anzi di crescita e stabilità”. Poi ha continuato dicendo: “È normale che in una democrazia i partiti di governo discutano della legge più importante che, ricordo, deve essere approvata dal Parlamento entro la fine dell’anno. Abbiamo stabilito i saldi della manovra e le aree di intervento, che non cambieranno.
I cittadini italiani, i nostri partner europei e i mercati sanno che siamo un governo serio e responsabile. Purtroppo il nostro alto debito frena le possibilità di spesa. Non possiamo permetterci rischi sui conti. Chi vorrebbe che lo Stato facesse di tutto e di più deve rendersi conto che già oggi la spesa pubblica italiana supera i mille miliardi, pari al 52% del Pil. Non è vero che lo Stato non spende. Chiediamoci come spende”.
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