In una intervista che ha rilasciato al quotidiano ‘Secolo XIX’ è intervenuto il segretario del partito ‘Azione’, Carlo Calenda: tantissimi i temi che ha affrontato
In queste ultime ore si sta diffondendo, sui social network, un filmato in cui attacca pesantemente l’imprenditore Elon Musk. Quest’ultimo, in più di una occasione, ha detto agli italiani di fare più figli in futuro. Parole e comportamenti che allo stesso Carlo Calenda non sono affatto piaciuti. Non gliele ha mandate assolutamente a dire. Mentre al ‘Secolo XIX‘ affronta altri argomenti. Il numero del partito ‘Azione‘ si sofferma, in particolar modo, sul terzo mandato da parte dei governatori.
Nel corso dell’intervista ha rivelato di avere molti dubbi in merito a questa decisione. Tanto da precisare che da un lato la ritiene una cosa giusta visto che la volontà popolare deve prevalere sempre. Allo stesso tempo, però, ha precisato che nel mondo della politica si deve evitare di costruire dei dogi o dei duchi. Pensieri, i suoi, che arrivano direttamente nel corso di Atreju, ovvero la festa di Fratelli d’Italia che si sta svolgendo in quel di Roma.
Poco prima del suo intervento sul palco ha affrontato anche il discorso che riguarda il governatore della Liguria, Giovanni Toti. Con quest’ultimo, fa sapere lo stesso Calenda, il rapporto è buono e cordiale. Anche se, alla fine, ha precisato che ritorna sempre tra le fila del centrodestra.
Parole d’elogio, invece, le ha spese per Cristina Lodi che è stata eletta come segretaria regionale del suo partito: “Stiamo parlando di una grandissima amministratrice con anni di esperienza”. Sull’ex Ilva, un dossier che l’ex candidato sindaco della Capitale ha seguito con moltissima attenzione, ha precisato: “Ora l’Ilva è finita. Bisogna capire solamente quanti soldi ci metterà lo Stato. La colpa in questo caso è di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle. L’unica soluzione in questo caso è l’amministrazione straordinaria“.
Invece dal palco alza la voce e precisa: “Non sono assolutamente un democristiano” rispondendo ad una voce proveniente dal pubblico sul fatto che provenisse dal centro. Mentre c’è chi, provocatoriamente, ha innalzato un grido: “Viva l’Italia anticomunista” (proprio come accadde nella prima della Scala di Milano con ‘Viva l’Italia antifascista’) Calenda ha messo i puntini sulle ‘i’: “Non iniziamo con questa roba altrimenti finisce male”.
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