Per la prima volta nella storia, i blucerchiati retrocedono in serie C, non era mai accaduto in ottant’anni di storia del club
Una favola distrutta. Disintegrata e, soprattutto, sporcata. Per molti tifosi di calcio vedere una società e una squadra gloriosa come la Sampdoria chiudere la sua stagione con la retrocessione in serie C è una stilettata al cuore di chi ancora pensa un po’ al romanticismo abbinato al calcio. Un mondo sempre più votato e venduto ai soldi, tanto cinico da vedere affogare nell’inferno la squadra blucerchiata che fu di Vialli e Mancini senza poter fare nulla.
Leggendo i vari forum dei tifosi sul web colpiscono le pagine e pagine di sofferenza nel vedere come una squadra di calcio possa esprimere così tanto dolore davanti a una tragedia del pallone. E tanti ricordano, come segnale funesto, che a rendere sempre amara la storia della Samp con una retrocessione sia una squadra che porta il nome della Juve.
Solo che nel 1966 o undici anno dopo era quella dei giganti, questa che ha condannato alla retrocessione in C è la Juve ma di Castellamare di Stabia. Un’onta questa della C che non si cancellerà tanto facilmente e non così semplicemente, dicono tanti tifosi, sarà tornare in B per poi un giorno sognare il ritorno in A. Tutte favole e pensieri su cui la gente non fa che disperare e sfogarsi.
In quasi 80 anni di storia non era mai accaduta una cosa del genere, con un cammino indegno, scrivono alcuni, con una squadra, quella sampdoriana, quasi sempre incapace di vincere, appena 8 successi su 38 gare giocate in questo campionato, inevitabile la discesa all’inferno e con il dramma di non poter sognare di tornare subito, vista la tempesta che c’è all’interno della società .
Un vero peccato se si considera il bacino d’utenza della città e del tifo, capace di portare allo stadio una media di quasi 25 mila tifosi, troppi per la serie C. Decisivi per la retrocessione della Samp il pareggio per 0-0 in casa della Juve Stabia e le conseguenti vittorie di Brescia e Salernitana che l’hanno superata e mandata in C.
E così, la società che fu di Mantovani, di Vialli e di Mancini che vinse lo scudetto nel ’91, con trofei internazionali come la Coppa delle Coppe del ’90 o della finale Champions persa col Barcellona, da oggi è finita in serie C.
A nulla è servito l’interessamento di campioni e giocatori storici come Mancini, o Evani insieme ad Attilio Lombardo che si sono seduti sulla panchina, ma forse il loro arrivo è stato tardivo e non ha evitato la fine di tutto. E ora lo spettro che chi governa adesso la società non vede più l’interesse di andare avanti e si dilegui. Ecco questo sarebbe il danno dopo la beffa.
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