In una intervista rilasciata al ‘Sole 24Ore’ è intervenuto il professore ordinario della Bocconi, Donato Masciandaro
Per Donato Masciandaro non ci sono dubbi: l’educazione finanziaria non la si apprende una volta per tutte ma è una risorsa che deve essere adattata ai tempi. Ne ha parlato al ‘Sole 24 Ore‘ dove funge fa anche da editorialista. Dal mese di agosto è anche direttore del Comitato nazionale per l’educazione finanziaria. In occasione della sesta edizione del Mese dell’Educazione finanziaria ha voluto esprimere un proprio pensiero a riguardo.
Queste sono alcune delle sue parole: “In questi 6 anni è stato fatto molto. Adesso ritengo occorra concentrarci su due elementi: inclusione e qualità. Senza dimenticare che c’è un problema di qualità dell’educazione finanziaria erogata. In particolar modo per i soggetti privati bisogna evitare i conflitti di interesse. Chi offre educazione finanziaria non deve vendere i prodotti. È importante iniziare a fare un’attività che tecnicamente si chiama di “riconoscimento”.
Sull’educazione finanziaria ribadisce: “La possono fare le istituzioni pubbliche e i soggetti privati. Il problema è che la conoscenza è quello che gli economisti chiamano un bene fiduciario. Occorre che qualcuno certifichi la qualità del bene fiduciario. In un’economia di mercato ci può essere una produzione privata e una pubblica, la cosa importante è che ci sia un soggetto che provi almeno iniziare a certificare la qualità“.
Nel mondo anglosassone ci sono esempi di educazione finanziaria già per legge nelle scuole. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda l’Europa continentale. L’obiettivo di Masciandaro è che l’Italia possa essere considerata tra le prime ad approvare una norma specifica.
Poi ha continuato dicendo: “Il legislatore aveva di fronte un bivio: proporre l’educazione finanziaria come materia o inquadrarla all’interno dell’educazione civica. È stata fatta la seconda scelta e mi sembra la più saggia“.
In conclusione ribadisce: “Sono del parere che l’esperienza sia importante, così come capire quello che si sta facendo. Attenzione al fai da te e attenzione a pensare che la regolamentazione sia sufficiente a rendere un mercato efficiente. Serve una regolamentazione comprensibile ma servono anche gli sforzi per comprendere“.
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